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Coldiretti Padova: danni da quantificare, disagi nelle aziende agricole

vigneto baone

Maltempo. Stato d'allerta per le campagne padovane. bombe d'acqua sui campi, semine in tilt e coltivazioni asfissiate

Una nuova bomba d'acqua si è abbattuta sulle campagne padovane e ha colpito mezza provincia, allagando alcune migliaia di ettari già seminati e coltivazioni già in campo. Il bilancio è ancora da tracciare - spiega Coldiretti Padova che sta raccogliendo in queste ore le segnalazioni - ma è già stato d'allerta per l'agricoltura in buona pare della provincia. Da due giorni il maltempo non ha concesso tregua, con pesanti conseguenze nei campi. Nel corso della notte si è aggravata la situazione dopo gli allagamenti che ieri avevano coinvolto vaste aree del Montagnanese e provocato i primi danni all’agricoltura.

Terreni agricoli sott'acqua

Stamattina sono alcune migliaia gli ettari di terreni agricoli finiti sott’acqua tra Montagnana e dintorni, dove si è abbattuto un secondo violento nubifragio, e poi Monselice, Pernumia, Due Carrare, Maserà di Padova, Albignasego, Abano Terme fino a  a Padova e a nord della città tra Vigodarzere, Cadoneghe e Vigonza. Frane e smottamenti sono segnalati nell’area collinare, in particolare fra Arquà Petrarca, Cinto Euganeo e Vo’, con danni a terrazzamenti, vigneti e uliveti. “In pianura ad avere la peggio - spiega Massimo Bressan, vice presidente di Coldiretti Padova - sono centinaia di ettari di coltivazioni estensive come il mais che le scorse settimane era sputato dal terreno e ora rischia l’asfissia perché completamente sommerso dall’acqua, ma anche il frumento le cui piante sono state allettate dal vento forte e dalla pioggia battente. Problemi anche per la soia appena seminata e per tutte le altre coltivazioni presenti nella zona, dalle zucche ai meloni, agli ortaggi in pieno campo. Finiti sott’acqua anche interi frutteti di mele, pere e kiwi. Anche se è ancora presto per tirare le somme sicuramente questa nuova ondata di maltempo lascerà il segno nelle nostre campagne”.

Le segnalazioni

Coldiretti Padova sta raccogliendo dagli agricoltori le segnalazioni dei danni per individuare e delimitare le aree colpite e le coltivazioni maggiormente interessate. Disagi notevoli per il lavoro nelle aziende agricole rimaste isolate a causa degli estesi allagamenti che hanno interrotto le strade. C’è anche chi deve fare i conti con l’acqua entrata in casa, in cortile, nei ricoveri attrezzi. Preoccupazione sullo stato della rete di scolo, messa a dura prova in diversi punti dalla eccezionale quantità d’acqua caduta in poche ore. Oltre cento millimetri ieri nel Montagnanese, ancora di più nel corso della notte in un’area più vasta. “A questo si aggiungono le difficoltà in cui si trovano molti agricoltori, - aggiunge Bressan - perché non riescono ad entrare in campo con i trattori per le lavorazioni, e ciò potrebbe comportare sia un rinvio nelle semine ancora in corso che la necessità di procedere con nuove semine dove l’acqua ha fatto i danni maggiori, con conseguenze negative anche in termini di redditività.

Le conseguenze del nubifragio

Sono numerose le segnalazioni da parte degli imprenditori agricoli, ma solo nei prossimi giorni, liberati i campi, sarà possibile valutare le conseguenze del nubifragio, l’ennesimo evento estremo con il quale le nostre aziende devono fare i conti”. “Ormai non passa anno senza che si verifichino non uno ma più eventi estremi, con pensanti ricadute sul settore primario - aggiunge Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova  -Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche nel nostro territorio dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. La difesa attiva e passiva messa in atto dalle aziende con notevole impegno economico da sola non basta. Come chiediamo da tempo serve una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per evitare gli allagamenti, conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia”.
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