Un esposto per denunciare l’incompletezza del progetto di pista ciclabile delle città murate. A firmarlo sono stati il circolo atestino di Legambiente, la sezione di Italia Nostra Este e il comitato popolare Lasciateci Respirare, che hanno indirizzato in questi giorni un esposto alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica, al Gal Patavino, alla Provincia e ai sindaci toccati al percorso ciclabile che passa in gran parte per il territorio montagnanese. Denunciano le associazioni: “L’anello delle città murate? Una vera e propria insidiosa “trappola”. Un risultato controproducente sotto tutti gli aspetti, costato peraltro finora circa 700 mila euro”. Secondo il progetto preliminare dell’opera approvato nel gennaio 2012 dalla giunta provinciale, il percorso si sarebbe dovuto realizzare in tre interventi. Un lotto da Este a Montagnana, uno tra Urbana a Merlara e uno da Merlara ad Este passando per Piacenza d’Adige e Vighizzolo. Secondo e terzo lotto sono stati terminati nel marzo 2015, “mentre per primo lotto non è stato eseguito a tutt’oggi nessun lavoro: esiste solo, a nostra conoscenza, uno studio di fattibilità approvato nel dicembre 2014 dal Comune di Este, capofila per questo lotto”. Denunciano ancora le associazioni: “La segnaletica è stata posta per tutto l’anello come se questo fosse effettivamente percorribile per intero. In particolare per quanto riguarda tutto il tratto relativo al primo stralcio, tale segnaletica risulta raffazzonata in modo sconcertante: casuale, discontinua, in vari punti sbagliata e fuorviante. Non ci spieghiamo in base a quali criteri possano essere state ritenute appaltabili la fornitura e l’installazione della segnaletica per un percorso in parte non ancora definito (come attorno a Montagnana) e in parte addirittura impercorribile, come il tratto di circa 5 chilometri tra Este e Montagnana o come quello di 2 che attraversa dopo Montagnana l’area del Palù”. Nel segnalare poi tratti di anello praticamente impercorribili, i firmatari dell’esposto chiudono invitando gli enti destinatari dell’esposto a valutare eventuali sprechi di denaro e in particolare il Gal ad escludere da altri possibili finanziamenti le amministrazioni che si sono rese responsabili di questi sperperi. Nicola Cesaro
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