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Progetto “Pari” per l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità

este lab realizzabili
este lab realizzabiliESTE - Ha preso avvio a inizio febbraio “ Via Cavour: la strada giusta”, un’iniziativa che mette insieme Usl 17, Comune di Este e Fondazione Irea Morini- Pedrina per la realizzazione del progetto Pari (Percorsi abilitativi, riabilitativi per l’inclusione) che coinvolge giovani con disabilità residenti nel territorio. Il progetto Pari, che rientra nella programmazione sociosanitaria del territorio contenuta nel Piano di zona dell’Usl 17 per il quadriennio 2011-2015, risponde al bisogno concreto di acquisire competenze personali per l’avvicinamento e poi inserimento al lavoro di giovani con disabilità che hanno già concluso la scuola superiore, offrendo loro percorsi educativi di “allenamento” al lavoro realizzati nei luoghi di vita e di lavoro di tutti. In collaborazione con gli assessorati ai Servizi sociali e allo Sviluppo economico, i promotori dell’iniziativa hanno scelto come teatro di questo importante progetto via Cavour, storica via di Este che vede, al civico 26, la presenza del negozio “I Realizzabili” e la comunità alloggio “Casa e Botega” gestiti dalla Fondazione Irea Morini-Pedrina. “Il passo succes sivo è stato quello di informare e sensibilizzare sull’iniziativa le associazioni di categoria e gli esercizi commerciali operanti nella via, chiedendo loro la disponibilità ad accogliere un giovane, nel rispetto della normativa vigente, così da consentire loro di “sperimentarsi” nel ruolo di lavoratore” spiegano gli assessori Silvia Ruzzon e Matte Pajola “Una decina di ragazzi rimarrà per più di qualche mese in questi negozi, di- ventando protagonisti di un’esperienza di lavoro estremamente formativa. Durante il periodo di svolgimento dell’iniziativa, ogni esercizio commerciale potrà contare su una presenza costante e qualificata di professionisti con ruolo di facilitatori”. Chiudono dal Comune: “Questa iniziativa rappresenta un’occasione speciale per tutta la cittadinanza di ridurre le distanze fra le persone, a dimostrazione che ogni persona, giovane o adulta, con disabilità o meno, se posta in una condizione “accogliente”, è in grado di fare la propria parte contribuendo al benessere di tutti”.   Nicola Cesaro
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