Altro scossone nei servizi pubblici locali. Il Presidente del Centro Veneto Servizi ha rassegnato le dimissioni. Giuseppe Mossa, che ricopriva l’incarico dal 2010, ha lasciato la carica per motivazioni di carattere strettamente personale legati alla sua attività lavorativa. “Il consiglio di amministrazione ha preso atto delle dimissioni e ha cooptato Emanuele Barbetta, sindaco di Sant’Elena, quale membro del Cda in sostituzione di Giuseppe Mossa - spiega il Cvs in una nota - rimarrà in carica fino alla prossima assemblea della società, prevista per la fine del mese di aprile. L’assemblea sarà chiamata sia a nominare un nuovo consigliere, sia a individuare il nuovo presidente della società. Fino a quel momento, la società ha come legale rappresentante il vicepresidente Piergiorgio Cortelazzo”. Insomma non si tratterebbe di una manovra politica o di una “staffetta” tra il presidente e il suo vice come invece era stato ipotizzato inizialmente. L’imminente fusione con Polesine Acque sta infatti alimentando il clima di sospetto generale su qualsiasi azione fuori dall’ordinario. Cvs è attualmente l’ente gestore del servizio idrico integrato di 59 Comuni della bassa padovana e del basso vicentino. Con la fusione in polesine ne nascerà un unico ente gestore capace di lavorare per 111 Comuni, garantendo da subito un valore pari a 23 milioni di euro in termini di economie di scala e razionalizzazioni dei costi e proprio Mossa è stato uno dei più accaniti sostenitori del progetto. “Ho dato piena disponibilità, sia per il senso di responsabilità che devo a Cvs e ai cittadini, sia perché ho sempre creduto nel progetto di fusione - ha spiegato Mossa - tra i vari impegni che manterrò, al di là di queste dimissioni, c’è la presenza ai consigli comunali del territorio chiamati ad approvare la proposta di fusione”. Ma è proprio la fusione a non essere così apprezzata in polesine: a parte Rovigo, Lendinara, e Badia, infatti, tutti gli altri 48 municipi (tutta la provincia) si vedranno assegnare quote inferiori all’1%, e comprese tra lo 0,88% di Ceneselli e lo 0,03% di Loreo. Dieci comuni avranno addirittura meno dello 0,1% di azioni. Emanuele Masiero
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