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Entro fine settimana saranno un centinaio i profughi arrivati dall'Ucraina a Vicenza e provincia

San Giuseppe centro raccolta a San Giuseppe

Il centro raccolta allestito dagli ucraini a San Giuseppe

Sono giunti con i pullman dall'Ucraina a Vicenza e hanno trovato alloggio da amici e parenti

Il centro raccolta allestito dagli ucraini a San Giuseppe
Sono sessanta i profughi dell'Ucraina già arrivati a Vicenza e se ne attendono un'altra quarantina. Per fine settimana, dunque, saranno un centinaio gli ucraini che giungeranno nel capoluogo e nei vari centri della provincia. Come riporta "Il Giornale di Vicenza" in un pezzo di Karl Zilliken, la fonte della notizia è Anna Parovyak, mediatrice culturale e referente della comunità ucraina di Vicenza, la stessa che ha organizzato un centro raccolta nella parrocchia di San Giuseppe dove opera padre Vasyl Kyshenyuk, responsabile della comunità greco-cattolica nel Vicentino. Potete leggere qui la gara di solidarietà che questa iniziativa ha suscitato nei vicentini. I profughi sono giunti a Vicenza autonomamente, grazie ai pullman partiti dall'Ucraina e hanno trovato sistemazione nelle abitazioni di parenti e amici. Secondo le fonti della prefettura di Venezia, dove s'è svolta una riunione tra i prefetti delle sette province del Veneto, si stimano in trecento i profughi già arrivati nella nostra regione. Ed è soltanto l'inizio.

L'Ulss 7 ha già predisposto un piano sanitario per l'accoglienza: tampone obbligatorio

Dal canto suo, la Regione ha emanato direttive per salvaguardare anche l'aspetto sanitario di questa ondata di arrivi. E l'Ulss 7 di Carlo Bramezza ha già fatto sapere di aver predisposto un piano piano di accoglienza sanitaria per i rifugiati dall’Ucraina destinati a essere accolti nel territorio pedemontano e nell’Alto Vicentino. Il primo passo - spiega una nota - sarà l’effettuazione del tampone obbligatorio nei punti allestiti dall'Ulss 7. "L’accesso per i rifugiati sarà diretto, senza necessità di prenotazione, nel caso di singoli, mentre per l’effettuazione dei tamponi a gruppi di rifugiati è raccomandata la prenotazione da parte delle strutture eo associazioni di accoglienza, tramite accordi diretti con il Sisp. In caso di tampone positivo - prosegue la nota - naturalmente anche per i rifugiati scatterà l’obbligo di isolamento, presso il domicilio o la struttura di accoglienza, con conseguente investigazione da parte del SISP e messa in quarantena di eventuali contatti stretti". "In caso di tampone negativo - conclude la nota - come per tutti i viaggiatori provenienti dai Paesi extra-UE, è prevista una quarantena obbligatoria di 5 giorni, dopo il quale sarà svolto un ulteriore tampone di controllo e vi è l’obbligo di utilizzare la mascherina FFP2 per i successivi 5 giorni".
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