Sono circa cinquemila i bachi da seta coltivati proprio negli spazi del molino, posti in un microclima specifico, con un adeguato livello di umidità, per permettere agli stessi di portare a termine il loro lavoro
Esiste un luogo magico a Massanzago, immerso nel verde incontaminato, in un paesaggio fresco e profumato che ricorda un’atmosfera tra sublime e pittoresco tipica delle tele di Constable. In via molino Baglioni, ove risiede l’omonimo molino del XVI secolo mosso ora da una turbina idraulica, attraversato dalle acque del canale Taglio nella natura aspra e selvaggia, si coltiva il baco da seta. Sono circa cinquemila i bachi da seta coltivati proprio negli spazi del molino, posti in un microclima specifico, con un adeguato livello di umidità, per permettere agli stessi di portare a termine il loro lavoro; il progetto è seguito inoltre anche dall’Università degli studi di Padova. Il nutrimento di questi bachi da seta è principalmente il gelso. In questo contesto Lino Bernardo, 70 anni, con passione segue queste coltivazioni e guida la rete del progetto di imprese agricole venete impegnate per una filiera della bachicoltura serica tutta italiana, un settore che nel futuro prossimo potrebbe conoscere una grande espansione e attirare grande interesse, esso si caratterizza inoltre per la catalogazione stessa delle specie di baco, circa duecento in totale. In questa cornice magica per un'intera giornata si è tornati indietro nel tempo rivivendo l’antica tradizione della “sgaetada” e con essa sono tornate le sgaetare all'azienda agricola di Lino Bernardo a Massanzago tra memoria, tradizioni, passioni, sguardo al futuro. Una meraviglia come ha sottolineato anche il sindaco Stefano Scattolin presente insieme con il consigliere regionale Giuseppe Pan, già assessore regionale all’agricoltura, e tante persone arrivate anche fuori provincia per ammirare un mestiere divenuto nel tempo una sorta di rito. Che meraviglia! Quella della coltivazione dei bachi da seta, come si diceva, è infatti un’attività con un potenziale inedito da esplorare e conoscere, con nuove applicazioni in particolare nell’ambito medico. Tecnologie e nuove competenze per guardare al futuro, pensando a come ogni bozzolo di baco può avere la lunghezza di un chilometro e caratterizzato, da una straordinaria resistenza che lo rende duttile e applicabile potenzialmente in vari settori, come testimonia l'interesse di molti giovani imprenditori agricoli, un settore con molte potenzialità: il desiderio di prodotti anallergici e naturali, oltre che di grande qualità, è tornato forte più che mai. Simone Vecchiato
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