A vent’anni dalla nascita il primo cittadino lancia una riflessione sulla FCC. La proposta è quella di un adeguamento della Governance
A vent’anni dalla nascita della Federazione che raggruppa dieci Comuni del Camposampierese, il primo cittadino di Campodarsego Valter Gallo lancia una riflessione, e allo stesso tempo, un pungolo sul futuro dell'ente. “Siamo a una sorta di giro di boa, sta a noi amministratori pubblici decidere cosa fare e quale visione avere per questo ente - esordisce Gallo -. In quest' area centrale del Veneto e tra le prime in Europa, è necessaria un'inversione di rotta, mettendo tutti i soggetti intorno ad un tavolo per decidere insieme come pensare il nostro territorio per il prossimo ventennio”. Gallo sgombra subito il campo. "La mia riflessione è in chiave propositiva: la Federazione è stata un'intuizione lungimirante, ma oggi è tempo di un adeguamento a partire dalla governance. Per guardare avanti ora, occorre la stessa lungimiranza di allora, solo così continueremo ad essere attrattivi, magari coinvolgendo altri Comuni e affrontando al meglio sfide che non sono più quelle di vent’anni fa”. La nascita della Federazione, aggiunge il sindaco, è stata un'opportunità. “Lo Stato, al tempo, favoriva queste aggregazioni, finanziando molti progetti da essi presentati che, se proposti singolarmente da ciascun ente, non sarebbero stati considerati. Anche oggi, con la carenza di fondi, essere federati è un vantaggio perché è sempre più difficile ottenere nuovi finanziamenti, ma è necessario fare un ulteriore passo in avanti nell'ambito dello sviluppo economico”. Una proposta che nasce direttamente dall’esperienza di sindaco. “In questi tre anni alla guida del Comune ho avuto modo di conoscere in maniera più completa ed approfondita i vari uffici della Federazione ed apprezzare la professionalità delle donne e degli uomini che lavorano nei vari settori e servizi. Per questa ragione sono più che mai convinto che un cambiamento sia essenziale così come allungare il periodo di presidenza da uno a tre anni - spiega Gallo -. Se nella fase di avvio, la presidenza a turno annuale in capo ad uno dei Sindaci aveva il senso di tenere l'ente fortemente legato agli obiettivi politico amministrativi del territorio- oggi, sedimentato questo risultato, gli eventi e le nuove sfide nei Comuni e nella Federazione non rendono agevole e produttivo lo sdoppiamento di ruoli. Il servizio di sindaco è pressoché totalizzante e deve esserlo anche quello di presidente di un Ente che gestisce importanti servizi per un bacino territoriale di dieci Comuni».«Anche l'esperienza delle Province a guida di un sindaco - conclude - stanno rendendo manifesta tutta questa difficoltà, al di là delle buone disponibilità e capacità dei singoli. Ritengo, allora, che si valuti la figura di un presidente di nomina diretta dei sindaci, della durata almeno triennale, che abbia compiti quali un amministratore delegato di una società, per realizzare gli obiettivi espressi nella giunta dei sindaci e nel Consiglio della Federazione: una sorta di trait d'union con funzione di coordinamento tra l'organo politico e quello burocratico”.
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