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Campodarsego: “Il 2021 anno di rilancio, se operiamo tutti con coesione”

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Filippo Pancolini, ad di CibUnigas di Campodarsego, è il nuovo presidente dei metalmeccanici di Assindustria Venetocentro.

Filippo Pancolini
Nato a Camposampiero nel 1972, laureato in Economia aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Pancolini è attivo nel mondo associativo confindustriale già dal 2015. La CibUnigas di Campodarsego è un’azienda di famiglia, fondata dal padre di Filippo, l’ingegner Claudio, presidente del Gruppo leader mondiale nel settore dei bruciatori industriali. L’ingegnere pioniere del metano è scomparso la primavera scorsa a causa del Covid. La famiglia risiede a Cadoneghe: l’ingegnere è stato il primo morto per Covid di Cadoneghe. In azienda, insieme a Filippo, anche il fratello Riccardo. CibUnigas, che conta 180 dipendenti, ha tagliato il traguardo nel 2019 di 34,9 milioni di euro di fatturato. Insieme alla presidenza è stato rinnovato l’intero comitato del gruppo Metalmeccanico, primo gruppo merceologico di Assindustria Venetocentro, con 1.034 imprese e oltre 59 mila addetti. A Campodarsego, poi, c’è un importante insediamento metalmeccanico con varie industrie, a partire da Carraro Group. “L’industria metalmeccanica ha reagito meglio delle attese alla fine del lockdown, grazie alla vivacità e capacità di adattamento del settore – ha detto il neopresidente Pancolini –. Ma la seconda ondata ha frenato la ripartenza e la chiusura d’anno è stata, purtroppo, negativa. Il 2021 può essere un anno di rilancio, a patto che operiamo tutti con coesione, concentrando gli sforzi su pochi punti chiave: innovazione e transizione 4.0, promuovendo gli investimenti nelle Pmi, energia e sostenibilità puntando sulla produzione circolare”. Una carica strategica per un settore che rende Pancolini di diritto vicepresidente dell’associazione, con delega alle politiche industriali. “Nei territori di Padova e Treviso – ha aggiunto il presidente di Assindustria Veneto Centro, Leopoldo Destro – opera uno dei poli meccanici avanzati più sviluppati d’Europa, fortemente internazionalizzato, motore imprescindibile di sviluppo che sarà un nostro punto di forza quando usciremo dalla pandemia. L’emergenza ne ha messo in evidenza la grande capacità di reazione e adattamento. Ora dobbiamo puntare con decisione su poche vere priorità ed esercitare una fortissima azione perché le linee di intervento di Recovery plan, fondi strutturali si traducano rapidamente in investimenti sulle reti materiali e immateriali, ricerca e innovazione, capitale umano e welfare, sostenibilità ambientale ed energetica”. (g.b.)
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