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Trasporto pubblico

Nuovo deposito Mom e terminal in ritardo: tutti i nodi del trasporto pubblico

Previsto trasferimento dei bus entro giugno 2026, tra problemi di manovra e timori dei residenti

Nuovo deposito Mom e terminal in ritardo: tutti i nodi del trasporto pubblico

Il nuovo deposito Mom inaugurato in ottobre e il terminal in costruzione accanto alla stazione sono destinati a ridisegnare il trasporto pubblico cittadino, ma il percorso verso la piena operatività non è privo di ostacoli.

In consiglio comunale il sindaco Stefano Marcon ha annunciato che Mom disdirà entro il 31 dicembre 2025 il contratto d’affitto degli spazi di via dei Prai, nel comune di Riese Pio X: la società avrà poi sei mesi di tempo, fino a giugno 2026, per trasferire definitivamente mezzi e personale nel nuovo complesso di via delle Forche, oggi utilizzato quasi esclusivamente per il rifornimento.

Restano però alcune criticità sul fronte delle manovre: gli autisti segnalano spazi stretti in entrata e uscita, tanto che non sono mancati incidenti minori, come la rottura involontaria delle portiere di un mezzo. Diversi poi i punti critici in città, come l’accesso e l’uscita da via Paolo Piazza, l’immissione da Borgo Treviso su corso 29 Aprile con bus costretti a sfiorare edifici e pedoni, e la necessità in alcuni incroci di invadere temporaneamente la corsia opposta.

Marcon ha anticipato un confronto con l’azienda per trovare soluzioni rapide, pur senza immaginare interventi infrastrutturali pesanti: «La conformazione delle strade non è cambiata negli ultimi vent’anni. Si faranno solo migliorie puntuali». Lo stesso nodo riguarda il futuro terminal, il cui cantiere procede più lentamente del previsto. La conclusione, inizialmente fissata per il 2025, potrebbe slittare, anche se il sindaco resta fiducioso: l’obiettivo è completare tutto entro giugno 2026, auspicando però una chiusura anticipata dei lavori.

Intanto si accendono le preoccupazioni dei residenti di Borgo Padova, timorosi che alcune linee possano imboccare via De Amicis. «Le linee dirette a nord, come quella per Montebelluna, non passeranno di lì» chiarisce Marcon. In consiglio si è discusso anche del futuro dell’area comunale di via Lovara, quasi 23 mila metri quadrati destinati negli anni Novanta allo scalo merci, progetto rimasto solo sulla carta per il cambio di politiche da parte di Rete Ferroviaria Italiana. Il piano delle alienazioni prevede la vendita nel 2028, mentre il gruppo Noi la Civica suggerisce di mantenere la proprietà, confidando in un futuro rilancio del progetto d’interscambio gomma-rotaia.

L’assessore all’urbanistica Agostino Battaglia spiega: «Un patrimonio o si vende o si valorizza. L’area mantiene una destinazione che consentirebbe ancora la realizzazione dello scalo, se mai ci fosse l’iniziativa».

(l.s.)

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