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Cavarzere, troppe difficoltà a mettersi in contatto col medico: l’appello della Medicina Futura

Su Facebook la denuncia delle difficoltà incontrate per mettersi in contatto col medico di famiglia. La risposta: “Hanno un sovraccarico enorme, di più non riescono a fare”

Medico di famiglia
A causa delle continue lamentele scritte su Facebook per la difficoltà di mettersi in contatto con il proprio medico curante o con la sede della Cittadella sociosanitaria, il gruppo di Medicina Futura ha deciso di non fare “orecchie da mercante” ma di dare ai cittadini delle spiegazioni in merito al proprio operato. “Molti non hanno capito che quello che viviamo non è la normalità” si legge sulla pagina Facebook “il virus sta colpendo molto duro e se per fortuna l’uso dei vaccini lo sta rendendo meno aggressivo e ci permette di mantenere aperte le attività, non significa che i quasi 150-200 mila casi giornalieri (di cui moltissimi in Veneto) non creino ripercussioni sul nostro SSN. Gli ospedali hanno ridotto al minimo la loro attività di routine per far fronte all’emergenza: in questo momento si fanno le cose non rimandabili”. “I medici di famiglia hanno un sovraccarico di lavoro enorme  – continua la lettera -  Nel territorio si fanno le diagnosi con le richieste di tampone, si prescrivono gli isolamenti e i tamponi di fine quarantena oltre che fare i certificati di malattia. Queste richieste possono arrivare 20-30 al giorno per medico impegnando il medico per molte ore. Riceviamo un numero ormai inquantificabile di telefonate, e-mail e richieste WhatsApp, molte più di quanto sia umanamente possibile per rispondere in maniera lucida e razionale. Cerchiamo di dare una risposta a tutti. Molte di queste richieste potrebbero decisamente attendere tempi migliori (controllare il colesterolo proprio in questo periodo non è il massimo della priorità)”. In due anni di pandemia, infatti, anche i medici sono molto stanchi; la media del loro lavoro è di circa 10 ore al giorno. “Il personale di segreteria sta lavorando oltre le proprie forze dando più di quanto sarebbe richiesto. Il personale infermieristico, in parte decimato dalle positività, continua a dare tutta l’assistenza richiesta con i Pt, medicazioni, vaccinazioni”. “Quello che forse non si è capito è che il servizio sanitario nel suo insieme sta facendo degli sforzi sovraumani per far reggere il sistema ormai da due anni e se il sistema crolla, perché gli operatori si ammalano o se ne vanno, resterà poco per lamentarsi. Ognuno di voi può dare il proprio contributo cercando di tenere comportamenti corretti che evitino il contagio, cercando di esercitare la pazienza e il rispetto; rispetto dovuto a chi lavora con il massimo impegno per dare risposte a tutti. È un momento eccezionale: è necessario rendersene conto ed ognuno è chiamato a fare la propria parte”. Benedetta Cesaro
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