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Sanità: presidi davanti all’ospedale di Chioggia, più sicurezza per il personale sanitario

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I sindacati (Cgil, Spi Cgil e Fp Cgil) chiedono tolleranza zero nei confronti di chi aggredisce medici, inferi meni e oss, ma anche più attenzione per l’area di Chioggia-Cavarzere e Cona

Si è svolto a inizio aprile il presidio di Cgil, Spi Cgil e Fp Cgil presso l’Ospedale di Chioggia.
 L’iniziativa ha chiuso il ciclo di presidi davanti alle strutture ospedaliere dell’Ulss 3 e dell’Ulss 4 per chiedere nel territorio del Veneziano una sanità pubblica di prossimità (nell’ospedale e nel territorio) per cittadini, donne, uomini, giovani, pensionati, che garantisca il diritto alle prestazioni e un servizio di qualità anche con il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. “Vogliamo sottolineare – commentano i rappresentanti di Cgil, Spi Cgil e Fp Cgil – la necessità di maggiori misure di sicurezza per il personale sanitario, vista l’aggressione accaduta ad un’operatrice ad inizio aprile (un paziente l’ha aggredita spezzandole un dito). Servono percorsi di sensibilizzazione contro ogni violenza verso gli operatori sanitari, infermieri, Oss, medici. Non possiamo accettare che venga aggredito chi cerca solamente di aiutare i pazienti, svolgendo il proprio lavoro”. Insomma, i sindacati chiedono all’Ulss 3 che avvii una campagna di sensibilizzazione efficace di tolleranza zero contro la violenza verso gli operatori sanitari (medici, infermieri oss), con cartellonistica e monitoraggio continuo. Campagna che l’Ulss 3 aveva già avviato a dicembre, con la diffusione di volantini che avevano proprio lo scopo di sensibilizzare al tema della violenza verso gli operatori della sanità. Ma non solo. Oltre a maggior sicurezza per i lavoratori, il Sindacato chiede maggiore attenzione alla sanità dell’area di Chioggia-Cona-Cavarzere che rischia sempre più di perdere pezzi a causa della posizione periferica e della scelta accentratrice verso Mestre”. Serve inoltre per i sindacati attuare una programmazione chiara, tenendo in considerazione la vocazione turistica del territorio con la complessità che ne deriva. “Il presidio ospedaliero – spiegano i sindacati - rischia di perdere pezzi importanti di specialistica, a causa della carenza di medici infermieri ed oss. Vanno potenziati i servizi territoriali come ad esempio i reparti di neuropsichiatria infantile, disabilità, salute mentale”. “L’ospedale di comunità - sottolinea Daniele Giordani Fp Cgil - va completato e deve ritornare alla sua vocazione territoriale di sostegno ai pazienti convalescenti (e non una lungodegenza). Per questo è importante che si apra al più presto l’Hospice che aspettiamo da anni. Si dica chiaramente quali servizi pubblici rimarranno nella Cittadella sociosanitaria di Cavarzere. Servono gli stati generali della salute per immaginare un nuovo piano sociosanitario che difenda la sanità pubblica e la salute dei cittadini". A marzo i presidi della Cgil erano stati fatti nell’area dell’Ulss 3 davanti agli ospedali di Dolo, Mirano, Noale , Mestre e Venezia. Anche in quelle occasioni i sindacati avevano sottolineato i problemi locali di quelle strutture ospedaliere. Alessandro Abbadir
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