L’attacco al sindaco che secondo gli esponenti dem non sta facendo abbastanza e la preoccupazione per le conseguenze “pesanti dal punto di vista ambientale, in termini di consumo di suolo e di inquinamento”
“Abbiamo sempre sostenuto nelle sedi istituzionali opportune la nostra contrarietà all’insediamento di un impianto per la produzione di biometano a Cavarzere, in particolare a Ca’ Venier. Un impianto che sarà il più grande del Veneto, che occuperà 8 ettari di terreno nei pressi di un centro abitato, vicino alle case, nei pressi di una scuola materna e a pochi passi da un’area protetta denominata le Marici”. Così il Pd locale torna sul tema scottante che sta preoccupando il territorio, oggetto anche di un recente e contestato incontro pubblico. Contestato perché organizzato in parrocchia, come annunciava la locandina, con il simbolo del Pd in bella mostra. Le polemiche sull’opportunità di un incontro politico in un luogo come quello sono state immediate, richiedendo una smentita ufficiale della parrocchia. “Concordato l’incontro con il parroco per avere la disponibilità della sala parrocchiale, abbiamo cercato di coinvolgere più persone attraverso informazioni sui social e porta a porta ma subito dopo un post molto chiaro del sindaco (e anche qualche telefonata ai piani alti) hanno fatto fare marcia indietro al parroco di San Giuseppe che ci ha negato la sala”. “Ma questo non ha rappresentato un problema – prosegue il Pd per bocca della segretaria Heidi Crocco - e quindi ci siamo seduti davanti agli scalini della chiesa e abbiamo raccolto la preoccupazione e la delusione di alcuni cittadini che chiedono da tempo all’amministrazione comunale una forte presa di posizione politica e un coinvolgimento di tutta la cittadinanza”. Ma torniamo al tema. Il Pd parla di “conseguenze pesanti dal punto di vista ambientale in termini di consumo di suolo e inquinamento. In più, come ha ribadito l’Ulss 3 nelle sue osservazioni, sarà un impianto che produrrà molti disagi dal punto di vista delle emissioni odorigine. L’Ulss 3, infatti, ha classificato questo impianto come industria insalubre di prima classe e quindi totalmente incompatibile con la collocazione proposta”. Quindi l’attacco all’amministrazione Munari: “Non basta un ‘no’ in conferenza dei servizi e nemmeno dire ‘ricorrerò al Tar’, servono azioni concrete – critica Crocco -. Una pubblica amministrazione non parla per post sui social, ma attraverso atti ufficiali. Un sindaco non aspetta la mobilitazione della cittadinanza ma produce atti amministrativi concreti per respingere una scelta scellerata della Regione che mette a repentaglio la salute dei suoi cittadini”. Crocco conclude rivendicando il lavoro fatto dalla precedente giunta: “Con Tommasi la Regione aveva sospeso l’iter, con l’amministrazione Munari, sindaco della Lega, la Regione leghista ha dato l’ok alla realizzazione dell’ impianto. Ora è lui il sindaco, si opponga con tutti mezzi alla Regione e difenda il proprio Comune”. Giorgia Gay
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter