Il vero protagonista dell’Estate 2023 è stato lui: il granchio blu. Per mesi sotto l’ombrellone e in città non si è parlato di altro.
I bambini in spiaggia, armati di secchiello e retino, lo hanno cercato con entusiasmo. I pescatori e relativo indotto ne hanno maledetto l’azione predatrice. I biologi e il mondo della scienza in generale si sono scatenati nel produrre previsioni di breve e medio termine. Tanti altri, giusto per offrire un riscontro più pragmatico alla questione, lo hanno assaggiato. La bontà delle sue carni rispetto ad altri granchi è questione di palato, pertanto decisamente soggettiva. Di certo questo crostaceo può essere consumato senza particolari controindicazioni e si presta pertanto ad entrare nelle tavole degli italiani. Di particolare impatto è risultata essere la campagna pubblicitaria che da settimane circola in rete e che riprende la pellicola di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello Spazio”. Si tratta di uno spot di 34 secondi che pubblicizza il raviolo al granchio blu “Made in Italy”. Marketing e idee imprenditoriali che si fondono nello slogan: “Era una minaccia, l’abbiamo trasformata in una risorsa”. “L’idea del raviolo è partita da un incontro fortuito con un pescatore locale che mi ha fatto conoscere il granchio blu – racconta Enrico Artusi, imprenditore padovano nel settore della pasta fresca, che aggiunge – i timori iniziali hanno lasciato presto spazio alla consapevolezza di un prodotto locale di grande qualità. Come impresa volevamo contribuire anche noi alla salvaguardia delle specie locali (vongole, cozze, etc.) minacciate dalla voracità del celebre crostaceo e così è nato un prodotto, il raviolo, che sta raccogliendo un grande successo e ci è stato richiesto anche dall’estero e che è composto esclusivamente di eccellenze della filiera italiana come il grano, l’uovo, la ricotta e il limone di Sorrento Igp”. Tradotto con poche parole: l’arte di fare di necessità virtù. (L.R.)
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