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Unionmare, stagione estiva positiva: "Ma ora una soluzione alla Bolkestein"

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Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto

Il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton, ha tracciato il punto a Rimini, dove ha partecipato a un'importante kermesse fieristica

La 41esima edizione del Sun di Rimini, la fiera di riferimento per il settore balneare, è stata l’occasione per il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton, di fare il punto sulla stagione turistica balneare che sta volgendo al termine. «È stata una stagione complicata, iniziata all’insegna del maltempo e delle tante difficoltà, soprattutto nel reperimento delle risorse umane – sintetizza Berton –. Poi la situazione è andata normalizzandosi. Il meteo ci ha aiutato, soprattutto in questa coda di stagione che ha visto ancora persone sulle spiagge per godersi il caldo e una giornata al mare. I numeri delle presenze confermano un trend tutto sommato positivo, quindi possiamo essere soddisfatti: anche quest’anno il tematismo balneare si è confermato una componente fondamentale per i numeri del turismo di regione Veneto». Se da una parte le aziende che gestiscono gli stabilimenti sul demanio marittimo sono soddisfatte per le presenze raggiunte, continua invece a trascinarsi l’incertezza dovuta all’ormai imminente scadenza delle concessioni. Il governo Meloni, appena insediatosi, si era messo subito al lavoro per il riordino delle concessioni balneari, per emanare entro fine anno un provvedimento che deciderà il futuro dei titoli in scadenza il 31 dicembre 2023.

Direttiva Bolkestein sulle concessioni, il punto della situazione

Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto
Intanto, per tentare di aggirare l’ostacolo delle nuove “gare”, già a giugno la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva dato mandato per avviare una ricognizione delle concessioni demaniali in essere sulle coste italiane, per risalire alla percentuale di spiagge occupate e di quelle ancora concedibili. L’obbiettivo era quello di dimostrare che in Italia non c’è “scarsità di risorsa”, ma al contrario abbondanza di litorali disponibili per avviare nuove imprese, in modo da garantire la concorrenza richiesta dall’Europa evitando di mettere a gara le concessioni esistenti, nel rispetto quindi dell’articolo 12 della direttiva Bolkestein. «Questo Governo, appena insediato, si è fatto carico di questo problema che continua ad attanagliare i tanti concessionari demaniali italiani – continua il presidente dei balneari veneti –. Il lavoro di mappatura della costa ha in qualche modo confermato come vi sia la possibilità di rilasciare nuove concessioni demaniali a prescindere da quelle esistenti. Secondo i risultati, circa il 67% delle coste italiane è libero. Anche se i dati variano molto da regione a regione. Il percorso, quindi, è ancora lungo, ma bisogna far cambiare atteggiamento alla comunità europea, e far comprendere a Bruxelles che le spiagge devono essere in qualche modo escluse dalla questione Bolkestein». Una richiesta che si spera non cada nel vuoto o nei continui rinvii, dato che la normativa per la gestione del demanio marittimo è ancora rimasta al Codice della navigazione del 1942. «Il messaggio che diamo ai balneari veneti, e a tutti i colleghi italiani, è quello di continuare a lavorare per innovare, per preparare le aziende, per farsi trovare pronti nel momento in cui sarà comunque necessario affrontare quei percorsi di evidenza pubblica che fino a poco tempo fa sembravano inevitabili - conclude Berton - Siamo fiduciosi, per questo sviluppo sulla ricognizione effettuata in merito alla risorsa di costa, questa è sicuramente una buona notizia che però incassiamo con cauto ottimismo, senza farci troppe illusioni. La storia recente, infatti, ci dimostra che troppe volte abbiamo confidato in una soluzione politico legislativa che ad oggi, purtroppo, non è ancora arrivata».
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