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Concessioni demaniali, i sindaci della Costa Veneta studiano il da farsi

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Vertice a Eraclea per fare il punto a poche settimane dalla scadenza fissata dal Consiglio di Stato. Si attende un provvedimento del governo

Concessioni demaniali e nuove direttive europee, i Comuni della Costa veneta sono pronti ad affrontare la sfida futura, qualunque essa sia. Ma attendono ancora un provvedimento definitivo dal governo. Con l’avvicinarsi della scadenza delle concessioni demaniali al 31 dicembre 2023, come stabilito dal Consiglio di Stato, i primi cittadini della Conferenza dei Sindaci del Litorale Veneto si sono riuniti a Eraclea per fare il punto della situazione e riflettere sul problema delle gare per l’affidamento delle concessioni balneari in scadenza, dovendo ottemperare alla normativa attualmente vigente Già nel 2022 le amministrazioni costiere avevano cercato di anticipare qualsiasi possibile problematica, producendo un regolamento d’uso del demanio marittimo. «Abbiamo affrontato un’importante percorso l’anno scorso producendo un documento per tutte le amministrazioni: il regolamento d’uso del demanio marittimo – precisa Roberta Nesto, presidente della Conferenza dei sindaci del litorale Veneto –. Tante amministrazioni l’hanno assunto, come documento fondamentale di riferimento, e alcune amministrazioni lo faranno nei prossimi mesi. Le nostre squadre di lavoro sono quindi pronte per affrontare nel migliore dei modi questa scadenza». Il fatto è che si attende ancora un provvedimento definitivo da parte del governo Meloni.  «Abbiamo ritenuto fare un punto e vedere come la situazione sta evolvendo nei territori, quali passi sono stati fatti dalle singole amministrazioni - prosegue Nesto - Anche se auspichiamo sempre ci sia un provvedimento da Roma, rispettoso delle normative comunitarie ma soprattutto rispettoso dei nostri imprenditori: che salvaguardi i posti di lavoro e le economie che fino ad ora hanno reso grande la costa veneta».

Concessioni demaniali, le tante specificità della Costa veneta

Ogni territorio costiero è differente per morfologia, flussi turistici e situazioni concessorie, anche da qui nasce la necessità di un nuovo confronto in vista dell’avvicinarsi della scadenza imposta dal Consiglio di Stato. «A livello di costa siamo in una situazione molto variegata, per questo era necessario fare questa nuova analisi - conclude Nesto - Abbiamo delle amministrazioni che hanno raccolto delle manifestazioni d’interesse e che le hanno pubblicate, come anche ci sono comuni che stanno cominciando ad affrontare il tema in questi giorni. Attraverso il confronto di oggi cerchiamo di far emergere una linea comune da seguire che possa salvaguardare i principi, le norme, ma che salvaguardi anche i posti di lavoro. La situazione parte comunque da una norma su cui basarsi: la sentenza del Consiglio di Stato a sezioni unite. I principi sono stati fissati e il regolamento d’uso li ha recepiti, creando un provvedimento che possa essere veramente preso a riferimento. Nelle situazioni “normali”, quindi, le amministrazioni possono tranquillamente raccogliere le manifestazioni d’interesse e pubblicarle, se poi non si presentano questioni di particolare complessità si potrà andare in assegnazione anche in base alla legge regionale 33, che è un’ottima legge. Nel momento invece in cui ci siano situazioni di complessità, già da normativa vigente, c’è la possibilità di prorogare la concessione al 2024.
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