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Violenza di genere
26.11.2025 - 11:31
Foto di repertorio
Nel giorno internazionale contro la violenza sulle donne, le caserme dei carabinieri del Veneziano si tingono di arancione, colore simbolo di una battaglia che continua e che richiede attenzione quotidiana. Una scelta che arriva in un anno segnato da un forte incremento degli interventi: dal gennaio scorso, arresti e denunce per reati legati al codice rosso sono cresciuti del 30% rispetto al 2024. Un dato che testimonia non solo la persistenza del fenomeno, ma anche il coraggio crescente di chi decide di rompere il silenzio e chiedere aiuto.
L’Arma, in sinergia con centri antiviolenza, istituzioni e associazioni, ha sviluppato nel tempo competenze e strumenti per affrontare situazioni familiari complesse, dove minacce, aggressioni e forme di controllo possono intrecciarsi per anni. Accanto allo slogan “Possiamo aiutarti”, diffuso tramite il numero di emergenza 112, nasce ora un nuovo supporto concreto: il “violenzametro”.
Un termometro per riconoscere gli abusi
Il violenzametro è una scala visuale che utilizza colori sempre più accesi per indicare il passaggio da comportamenti disturbanti a veri e propri episodi di violenza. Dal controllo ossessivo alle umiliazioni, dalle intimidazioni alle percosse, ogni livello descrive segnali che spesso le vittime faticano a interpretare o normalizzano per paura o abitudine. Lo strumento suggerisce anche a chi rivolgersi: psicologi, centri antiviolenza, numero nazionale 1522, forze dell’ordine, strutture sanitarie.
Esempi come “Ti controlla?” Attenzione: la situazione potrebbe peggiorare. Parlane con persone di fiducia, chiedi supporto, valuta di denunciare cercano di orientare chi vive relazioni tossiche, incoraggiandola a riconoscere i primi campanelli d’allarme.
Le caserme come primo punto di ascolto
Le stazioni dei carabinieri rimangono il primo presidio sul territorio, “porte aperte” per chi decide di denunciare maltrattamenti e violenze. Il Comando provinciale, insieme alla procura, alla prefettura, alle altre forze di polizia e alle aziende sanitarie Uls 3 e 4, ha sottoscritto due protocolli specifici per rafforzare la prevenzione e il contrasto degli abusi.
Tra le iniziative più significative figura il progetto Una stanza tutta per sé, nato nel 2015 in collaborazione con Soroptimist International Club. Sei stanze protette dove le donne possono raccontare la propria storia in un ambiente riservato e accogliente, lontano dalla pressione emotiva e dal clima formale degli uffici tradizionali.
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