Grande successo di pubblico per la mostra collettiva di tre artisti locali che in occasione della sagra paesana hanno esposto alcune delle loro opere più significative all’interno della mostra "Arte per Arte", organizzata dal Comune di Bagnoli presso il Palazzetto Widdmann. Da un’idea dell’architetto Gianni Turin e dalla disponibilità di Antonio Capuzzo nonché della famiglia di Paolo Capovilla, è nata la volontà di far conoscere la biografia di questi artisti, esponendo le loro opere con criterio cronologico per documentarne l’evoluzione e suscitare emozioni nei visitatori. A queste si è affiancato un obiettivo originale che ha dato il nome alla mostra: l’arte, cioè un’opera messa a disposizione dagli artisti, ha finanziato altra arte, cioè la vendita della stessa opera contribuirà al restauro della Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Esporre le loro opere in una mostra collettiva ha permesso di offrire alla cittadinanza i talenti della nostra terra, riconoscendone il loro valore artistico, avvicinando tre storie, tre biografie, diverse ma contemporanee, espressione poliedrica della complessità di questo tempo e di questo paese. I tre artisti hanno un legame comune: la terra di nascita. Paolo Capovilla (morto nel 1997 per incidente stradale), Antonio Capuzzo e Gianni Turin nelle loro opere rappresentano la vita in tutte le sue sfumature e i suoi colori, il mondo rurale, la religione e l’uomo, aspetti che caratterizzano ognuno il percorso artistico dei tre. Paolo Capovilla pone all’interno delle sue opere una sorta di ironia quasi teatrale e circense: personaggi con buffi cappelli, abiti coloratissimi dai tessuti talvolta lavorati, pose da caratteri della commedia dell’arte. Quasi un’evocazione alle statue del Bonazza che, sicuramente, Paolo avrà visto più volte nei giardini di Villa Widmann. Altro tratto caratterizzante sono gli occhi: grandi, stilizzati, impregnati di colore. Occhi della gente che incontrava per strada, specchi di anime come quella del suo grande ed incompiuto amore. Antonio Capuzzo dipinge un quadro di quella vita rurale che oggi sembra confinata in un passato lontano, lo stesso che si ritrova nelle fotografie ormai sbiadite dei primi anni del Novecento. Il suo è principalmente un racconto dell’ambiente contadino, popolato di figure dedite alla fatica e al lavoro, che danno estremo valore ai momenti di condivisione e convivialità, e che sono in sintonia con il paesaggio agreste e gli animali che le circondano. Gianni Turin dopo aver dedicato gran parte della sua carriera artistica alla pittura, negli ultimi anni approda ad una produzione artistica polimaterica che guarda all’integrazione tra architettura, scultura e pittura, tenendo progressivamente ad uscire dalla tela: la matrice dell’artista è apertamente cattolica e le sue opere offrono lo spunto per una riflessione sulla morale e la responsabilità individuale. “Per questo valore aggiunto e per il contributo nell’allestimento e nell’organizzazione della mostra siamo ulteriormente riconoscenti agli artisti ospiti- ha detto il sindaco Roberto Milan - E’ stato prezioso farlo in questo palazzo, dimora di arte, di bellezza, di storia. Il patrimonio artistico e culturale del nostro paese rappresenta una ricchezza sulla quale scommettere. Un ringraziamento va alla famiglia di Paolo Capovilla e ai proprietari delle opere esposte. Infine ringraziamo chi ha contribuito a diverso titolo e in forma gratuita: Leda Borghero, Lara Bottaro e Francesca Bozza, Maurizio Fulici e Nicola Toffanin”. Cristina Lazzarin
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