Estate, vandali scatenati sul territorio. Il sindaco di Vigonza Marangon interviene su un fenomeno sempre più diffuso
Vandali
I vandali colpiscono ancora a Vigonza. È un susseguirsi di eventi di scempio quello che sta accadendo nelle ultime settimane nel territorio vigontino. Come riportano molti residenti, sembra che orde di ragazzini, stanchi della monotonia della propria quotidianità, e anche un bel po’ incivili, abbiano deciso di passare il proprio tempo a distruggere cartelloni, cestini, aiuole, e altro ancora. Anche l’amministrazione vigontina, guidata dal sindaco Stefano Marangon, ha deciso di intervenire, commentando di seguito, il secondo attacco vandalico alla cartellonistica che illustra la storia del Borgo Rurale di Vigonza.
Il rammarico del sindaco
“Mi trovo purtroppo costretto ad esprimere tutto il mio rammarico nei confronti di atteggiamenti a dir poco irrispettosi nei confronti della collettività. – ha dichiarato il sindaco Marangon -. Sicuramente è nostra intenzione rafforzare il sistema di videosorveglianza in modo da avere uno strumento di contrasto utile contro questi comportamenti, ma non si può pensare in questi casi che controllo e repressione siano gli unici sistemi per poter risolvere una questione che prima di tutto è di civiltà”.
Vandali in azione a Vigonza: il problema
Continua il primo cittadino. “Siamo infatti di fronte ad un enorme problema innanzitutto culturale e di educazione: non si può mancare di rispetto alla storia della propria comunità per il solo gusto di distruggere, come se nulla meritasse considerazione. Ci impegneremo quindi come amministrazione , e sono certo che tutti come cittadini, ognuno per il proprio ruolo e le proprie competenze, saremo parte attiva nella comunità per costruire le basi di una piena consapevolezza del valore dei beni comuni e del senso della responsabilità individuale”.
Per Marangon le telecamere non danno "una risposta organica alla quetione"
Marangon risponde anche a chi chiede di installare più telecamere sul territorio.“È un modo miope – dice - e di sola “pancia” di dare una risposta organica alla questione. Se continuiamo a pensare che ogni malefatta sia risolvibile incrementando un “Grande Fratello” non facciamo gli educatori. Vi è un’urgenza educativa e civica che non riconosce il bene pubblico come bene di tutti. Quindi deve essere impegno di tutti, a partire dai genitori, a educare e dialogare. Ma noi pensiamo di risolvere tutto col disimpegno? Ed affidare ad altri il dovere che ci spetta? Educare è un’azione continua e sistematica portata avanti da genitori istituzioni cittadini, tutti assieme”. Manuel Glauco Matetich
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