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All'aeroporto di Treviso

Scoperti oltre 1.300 passeggeri "fantasma" di aerotaxi

La Guardia di Finanza scopre viaggiatori di voli privati per i quali non è stata versata l'imposta dovuta, sottraendo così all'Erario circa 137mila euro

Scoperti oltre 1.300 passeggeri "fantasma" di aerotaxi

Ben 1.310 passeggeri "fantasma" all'aeroporto Canova di Treviso. Li ha scoperti la Guardia di Finanza, verificando i voli cosiddetti "aerotaxi" da e per lo scalo trevigiano nel 2023.

Si tratta di una "nicchia" del trasporto aereo: voli non di linea, effettuati con velivoli riconducibili a società di noleggio, con poche decine di posti, solitamente utilizzati per avere maggior comfort e risparmiare tempo, evitando ritardi, code agli imbarchi e al ritiro bagagli. Nel mirino delle Fiamme Gialle del comando provinciale di Treviso sono finiti 395 collegamenti di questo tipo, effettuati da 91 vettori. Per tali voli non è stata versata la dovuta imposta la dovuta imposta, pari a 100 euro per le tratte inferiori a 1.500 km o 200 euro in caso di tragitti superiori, e deve essere corrisposta, per ogni tratta con partenza e/o arrivo sul territorio nazionale, dal singolo passeggero che fruisce del servizio di trasporto direttamente al vettore, che a sua volta è obbligato a versarla allo Stato. In questo modo sono stati sottratti all'Erario italiano 137.500 euro.

Le società coinvolte sono straniere, con sede in Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Ungheria.

I finanzieri dopo aver acquisito, dalle società di handling attive nell'aeroporto di Treviso, le dichiarazioni depositate dai vettori utilizzati per i voli aerotaxi, hanno incrociato i dati con i versamenti effettuati alla Ragioneria dello Stato. Sono state così scoperte le compagnie aeree che non hanno versato l’imposta erariale, al fine di offrire prezzi più competitivi a imprenditori e turisti. Oltre all’imposta evasa, ora si vedranno applicare anche sanzioni per circa 41 mila euro, pari al 30% delle somme evase.

L’attività ispettiva fa seguito a quella analoga, conclusa nel biennio 2022-2023: all’esito di analoghi controlli, i finanzieri del Gruppo di Treviso avevano, infatti, individuato altri 162 vettori aerei che, nel periodo d’imposta dal 2017 al 2022, avevano provocato un ammanco alle casse dello Stato di 267.340 Euro, non versando l’imposta erariale dovuta al transito, presso lo scalo trevigiano, di altri 2.446 passeggeri, distribuiti su 718 voli aerotaxi.

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