Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Controllo del territorio

Fatture false e costi fittizzi per evadere l'Iperf e Iva: sequestro da 250mila euro

Denunciata la titolare cinese di una ditta individuale del Veronese: la Guardia di Finanza ha sequestrato immobili e profitti da attività fraudolenta per un importo di 250mila euro

guardia di finanza

Due sottufficiali della Finanza in un'immagine d'archivio

Immobili e profitti da attività fraudolenta per un valore complessivo di 250mila euro. È quanto la Guardia di Finanza di Venezia ha sequestrato alla titolare di una ditta individuale del veronese, ritenuta responsabile del reato di “Dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”.

La donna, di origine cinese, è stata infatti denunciata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona, con contestuale proposta di sequestro preventivo del profitto del reato conseguito (250.000 euro), dopo essere risultata tra i destinatari di alcune fatture false.

Le attività della Guardia di Finanza

Il sequestro è avvenuto a seguito di alcune attività investigative che avrebbero consentito di individuare un articolato giro di fatture per operazioni inesistenti, emesse da società “cartiere”, totalmente inesistenti ed inoperanti, gestite da cittadini cinesi, con sedi fittizie in Toscana, nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento low-cost.

Tra i destinatari di queste fatture false, vi era appunto la ditta della donna, che è stata sottoposta a controllo per aver utilizzato le fatture false relative a costi fittizi per oltre 381.000 euro.

La scoperta

All’esito delle verifiche, il 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Venezia ha dunque recuperato a tassazione questi costi fittizi, per oltre 381mila euro, e IVA indebitamente detratta per oltre 84 mila euro. Le fatture false quindi, contabilizzate ed utilizzate nelle dichiarazioni fiscali, hanno consentito di evadere IRPEF ed IVA per un importo complessivo di circa 250.000 euro, che è ciò a cui ammonta il profitto del reato.

Il P.M. ha dunque chiesto ed ottenuto dal G.I.P. del Tribunale scaligero l’emissione di un decreto di sequestro preventivo in via diretta, cioè l’equivalente del profitto del reato.

Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dai militari del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Venezia nei confronti dell’indagata hanno consentito di rinvenire e sequestrare consistenze finanziarie e tre immobili, tutti situati nel veronese, per un valore equivalente all’intero importo che è stato oggetto di sequestro. Ciò è stato possibile anche grazie alle indagini connesse per dimostrare la manovra elusiva attuata con la cessazione, ad hoc, della ditta individuale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione