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In consiglio comunale a Mestre
07.08.2024 - 07:58
Un Consiglio comunale all'insegna della resa dei conti tra la Giunta Brugnaro e l'opposizione di centrosinistra, quello che si è vissuto venerdì nella sala consiliare del Municipio di Mestre. La minoranza aveva ottenuto, infatti, in occasione dell'ultima tumultuosa seduta a Ca' Farsetti a cui il sindaco non aveva presenziato, di indire un Consiglio straordinario proprio oggi per chiedere a Brugnaro di riferire in aula sulla situazione creatasi a seguito delle inchieste che hanno messo in subbuglio la scena politica veneziana. All'esterno e al piano terra una folla numerosa rumoreggiava lanciando slogan contro il sindaco e anche all'interno dell'aula qualche decina di spettatori presenti ha più volte tentato di disturbare con le loro proteste i lavori dell'assemblea.
Risultato ottenuto, Brugnaro si è presentato in aula con tutta la Giunta al seguito e si è sottoposto al fuoco di fila di interventi da parte degli esponenti delle opposizioni, non prima però di avere pronunciato un lungo discorso a difesa del suo operato. Il dibattito è iniziato con l'attacco di Giuseppe Saccà, PD, il quale ha parlato di una "Caporetto della politica, qui siamo per trarre conclusioni politiche, la magistratura farà il suo corso, il sindaco ci ha preso in giro perché ci aveva detto che
non si sarebbe occupato dei Pili etc, la responsabilità politica è tutta sua, l'unica via sono le dimissioni".
Brugnaro ha preso la parola, talvolta commuovendosi riferendo "con il massimo rispetto di quest’Aula che rappresenta l’intera comunità veneziana. Sono un uomo con un incarico pubblico ed è giusto che dia spiegazioni pubblicamente del mio operato, in merito all’inchiesta che mi vede indagato. Premetto che mi ritengo totalmente innocente e lo proverò in tutte le sedi opportune. Sono più di nove anni che mi dedico a fare il Sindaco di Venezia, lo faccio a tempo pieno, sottraendo tanto tempo alla mia famiglia e ai miei affetti. Ho anche rischiato di “lasciarci le penne” a febbraio 2022. Ci sono due grandi questioni, ben distinte: i Pili e la Reyer da una parte, le contestazioni a Renato Boraso dall’altra. Sulla prima non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare, posso guardare in faccia chiunque, ma sono indagato e resto a disposizione della Magistratura per
rispondere a tutte le domande che mi saranno poste e ai chiarimenti richiesti nelle sedi opportune".
"Sugli incontri con Mr. Ching e Lotti - continua il primo cittadino - È da quando mi sono insediato, che ho dato grande importanza ai rapporti, che non possono essere che personali, con gli investitori, italiani o stranieri, per convincerli a scommettere sulla nostra città. Sulle vendite dei Palazzi Donà e Papadopoli dopo anni di aste andate a vuoto, voglio considerarla un risultato molto positivo per l’interesse pubblico. Erano nel piano delle alienazioni del Comune da prima che io arrivassi e le casse del Comune avevano bisogno di risorse per come le avevo trovate: vuote!"
"Sui Pili, dopo l'incontro a Dicembre 2017 con il rappresentante di Porta di Venezia Luca Gatto, Mr. Ching, il Dott. Lotti e il Sig. Vanin, oltre ai miei collaboratori Morris Ceron e Derek Donadini, ho capito che il progetto era troppo impattante, l'obiettivo principale doveva invece essere la realizzazione del palasport, a servizio della città. I miei collaboratori Morris Ceron e Derek Donadini sono brave persone, Ceron prima di essere il Direttore Generale e Capo di gabinetto, è un amico, votato a risolvere problemi di ogni genere, Donadini ha affrontato in nove anni centinaia di questioni tecnico-giuridiche di tutti i tipi,
avendo un grande know-how a disposizione, in autonomia".
"Su Boraso mai e poi mai avrei pensato ad una cosa del genere. Per essere ancora più chiaro, non ne so assolutamente nulla.
Ho letto le due intercettazioni sui giornali che mi riguardano e vorrei spiegare in modo chiaro. In quelle occasioni ero molto arrabbiato ed infastidito dal comportamento dell’assessore, di queste continue “pressioni politiche”, chiacchiere e promesse, che io non sono proprio abituato a fare. Il mio riferimento a “mi stanno domandano anche a me se tu domandi soldi”
lo spiego perché ero molto arrabbiato e nel dubbio, anche per provocarlo e vedere come avrebbe reagito, volevo capire se fosse uscito qualcosa di più".
"Sul mio futuro, Non ho mai cercato una carriera politica e, soprattutto, non credo nemmeno sia un valore di per
sé stessa. La politica si fa solo se puoi contribuire al bene collettivo. Come sempre, risponderemo continuando a lavorare ogni giorno, con impegno e passione ed ancora più determinazione, nell’interesse concreto di tutti i cittadini. La pressione mi piace, mi fa sentire vivo, io in fondo sono uno sportivo e le sfide mi piacciono, soprattutto le più difficili. Non mi dimetto". Il sindaco poi ha anche ricordato quanto fatto in questi anni come il riempimento del buco del Lido e le biblioteche e come in questi anni ha svolto la sua funzione a titolo gratuito senza nemmeno richiedere i rimborsi spese per le trasferte.
Da qui è iniziato il dibattito. ha iniziato Marco Gasparinetti di Terra e Acqua affermando che si sarebbe aspettato dal sindaco
la parola "scuse" e ricordando la grave crisi che sta attraversando Actv in cui nessuno vuole più andare a lavorare
"Da oggi passeremo al setaccio ogni singola delibera e determina". Il consigliere e filosofo Stefano Zecchi, in appoggio
alla maggioranza, ricordando Ivan Karamazov ha ricordato l'importanza della libertà delle proprie azioni "se siamo qui
ognuno di noi ha avuto il voto per essere qui, questa si chiama democrazia, quindi prima del termine del processo
non si può scavalcare il voto popolare, sindaco resti dov'è".
Per Sara Visman dei Cinque Stelle "siamo al centro di una bufera politica che ha rotto ogni fiducia con i cittadini, sindaco e alcuni suoi sottoposti scelti da lui stesso indagati e un assessore arrestato, non si è accorto di nulla?" Il consigliere di Tutta la città insieme Giovanni Andrea Martini "Tutto questo potrebbe essere l'occasione per bloccare progetti come il Bosco dello Sport ma soprattutto le indagini non consentono di andare avanti con serenità. Ma anche i consiglieri di maggioranza come possono ancora sostenerla? Con quale credibilità? E il sindaco come potrà gestire la città nella situazione di indagato? Si dimetta e recupererà un po' di credibilità" Monica Sambo del PD rincara la dose "Sindaco lei pensa di cavarsela dando del mariuolo a Boraso ma lei non può lavarsene le mani. Non siamo in un'aula di tribunale ma lei aveva dei dubbi su Boraso ma si è voltato dall'altra parte. Questa maggioranza è più attenta agli interessi privati rispetto a quelli pubblici. Sui Pili c'ha provato, stava trattando su quei terreni e non c'è riuscito".
Emanuele Muresu della Lista Brugnaro sindaco ha parlato di "tentativo di spallata a chi ha avuto il 54% dei voti. Tante opere sono state fatte e ora si tenta di fermarle". Emanuele Rosteghin del PD ha ricordato i vari problemi in cui versa la città "persi 12mila residenti, un turismo che ha superato il pre pandemia e la mancanza di sicurezza, serve un'idea diversa di città ma manca la serenità". Cecilia Tonon di Venezia è tua si è chiesta perchè il sindaco non viene mai in consiglio ma senza essere aprioristicamente contraria ai suoi provvedimenti. "Ma come mai non è ancora riuscito ad ottenere i 150 milioni della Legge Speciale?" Gianfranco Bettin dei Verdi, non chiede "processi da inquisizione ma questi progetti sono messi sotto accusa alla radice e il modo di gestirli". Maika Canton, capogruppo di Fratelli d'Italia Maika Canton, Fratelli d’Italia. "Chiediamo all’amministrazione di proseguire, a pieno titolo, e che il sindaco possa intervenire sul ricollocamento delle persone, tra i tecnici, sottoposte a accertamenti giudiziari. La macchina amministrativa però deve andare avanti". "Non è una condanna - aggiunge Paolo Romor, Luigi Brugnaro sindaco -Ma l’opposizione vorrebbe applicarla subito, un’occasione ghiotta per un sindaco che vi ha battuto alle urne".
In chiusura Brugnaro ha ripreso la parola giustificandosi sulla decisione di indire il consiglio il 9 settembre poiché non aveva ancora idea della portata dell'inchiesta "Avevo anch'io interesse a spiegare quanto prima - ha ribadito il sindaco "aspettiamo poi a giudicare, ci sono tante persone coinvolte, del mio onore ci tengo molto più di quanto ci tenete voi. C'è anche un'altra verità, quella della difesa, chiedo ai giornalisti di riportare anche questo, per un discorso di equità". Infine, Brugnaro, sulla provocazione del consigliere Martini che invitava, in maniera ironica, a fare come a Barcellona e bagnare i turisti con le pistole ad acqua, definita ancora una volta proposta grave, c'è stato uno screzio con lo stesso Martini che si è alzato dal suo seggio e ha fronteggiato vis a vis il sindaco sostenendo che le sue dichiarazioni erano state travisate ma poi la situazione si è ricomposta.
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