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Conferma d'arresto
08.08.2024 - 15:39
Il pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti ha richiesto la conferma delle misure restrittive
Un episodio di violenza ha sconvolto Verona lo scorso 5 agosto. In via Montorio, un uomo di 29 anni, di origine nigeriana, ha accoltellato la moglie in un attacco furioso che ha lasciato la comunità locale sgomenta. La donna, colpita ripetutamente con un coltello da cucina, è stata salvata solo grazie all'intervento tempestivo di alcuni passanti.
Il 5 agosto una lite tra coniugi è sfociata in un tentato omicidio. Il 29enne, in preda ai fumi dell'alcol, ha iniziato a litigare con la moglie per strada, colpendola inizialmente con un bastone. La situazione è rapidamente degenerata quando l'uomo è rientrato nella sua abitazione per poi uscire brandendo un coltello da cucina con una lama di 16 centimetri. La donna, vedendo il marito armato, ha tentato di fuggire, ma è stata raggiunta e colpita ripetutamente alla schiena, al collo, al torace, al volto e alle mani, con cui cercava disperatamente di proteggersi.
La scena dell'orrore si è consumata sotto gli occhi atterriti del loro figlioletto di otto mesi. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti prontamente: uno di loro ha chiamato il 113, mentre un altro ha cercato di bloccare l'aggressore. L'arrivo tempestivo della polizia e dei soccorritori del 118 ha permesso di fermare l'uomo e di trasportare la vittima all'ospedale di Borgo Trento, dove è stata ricoverata d'urgenza. "L'aggressione non è stata letale in quanto interrotta dall'intervento di alcuni passanti", ha dichiarato il pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, che ha richiesto la convalida dell'arresto e l'irrogazione di una misura cautelare per l'aggressore.
Le prove contro il 29enne sono schiaccianti. Oltre all'arresto in flagranza, vi è un video ripreso da un passante che documenta la parte finale dell'aggressione. La testimonianza della vittima, il sopralluogo della scientifica, il rinvenimento del coltello, alcune fotografie e il referto medico completano il quadro accusatorio. L'uomo, attualmente detenuto nella casa circondariale di Montorio, dovrà sottoporsi all'interrogatorio della giudice per le indagini preliminari Paola Vacca, che valuterà la convalida dell'arresto. La pm Zanotti ha sottolineato il "concreto pericolo che, se rimesso in libertà, commetta altri delitti della stessa specie".
I due coniugi si erano sposati in Nigeria a maggio, ma non vivevano insieme. Il 29enne risiedeva in un appartamento condiviso con altri connazionali in via Montorio, mentre la moglie viveva con il bambino in una comunità nel bresciano, non potendosi sostenere economicamente. La causa scatenante della violenza sembra essere stata la gestione del loro bambino, che la donna cercava di far vedere al marito tre volte al mese. Dopo l'aggressione, il piccolo è stato affidato agli assistenti sociali e si trova ora in una struttura protetta del comune.
Le condizioni di salute della donna, ricoverata all'ospedale di Borgo Trento, stanno fortunatamente migliorando. Nei giorni scorsi ha potuto riabbracciare il bambino. Una volta dimessa, la donna potrebbe essere inserita in un percorso protetto per vittime di violenza, insieme al bambino, per iniziare una nuova vita.
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