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Caso Giada Zanola
28.08.2024 - 10:47
Le benzodiazepine sono degli psicofarmaci utili al trattamento di stati gravi di insonnia, ansia, agitazione e spasmi muscolari
IL CASO DI GIADA ZANOLA: UN FEMMINICIDIO CHE SCONVOLGE BRESCIA
La tragica vicenda di Giada Zanola, trentatreenne bresciana, continua a scuotere l'opinione pubblica. La giovane donna è stata trovata morta il mese scorso, gettata da un cavalcavia sull'autostrada A4 a Vigonza, in provincia di Padova. Le indagini, condotte dalla procura di Padova e dalla squadra mobile della città veneta, stanno portando alla luce dettagli inquietanti che potrebbero aggravare la posizione del principale sospettato, Andrea Favero.
TRACCE DI BENZODIAZEPINE: UN ELEMENTO CHIAVE
L'autopsia sul corpo di Giada Zanola ha rivelato la presenza di benzodiazepine, un potente tranquillante, nel suo organismo. Questo dato, emerso dagli esami tossicologici, suggerisce che la donna potrebbe essere stata narcotizzata prima di essere gettata dal cavalcavia. Gli ansiolitici trovati nel suo corpo non le erano stati prescritti, il che solleva ulteriori interrogativi sulla dinamica dell'omicidio. Se l'ipotesi dello stordimento volontario dovesse essere confermata, si potrebbe configurare un'accusa di omicidio premeditato nei confronti di Andrea Favero.
ANDREA FAVERO: UN PROFILO COMPLESSO
Andrea Favero, compagno di Giada, è stato fermato nelle ore successive al ritrovamento del corpo. Inizialmente, l'uomo aveva ammesso l'omicidio durante un interrogatorio senza la presenza di un legale, salvo poi ritrattare e dichiarare di non ricordare nulla dell'accaduto. La sua posizione è ulteriormente complicata da una serie di comportamenti sospetti. Tra questi, il fatto che Favero abbia inviato messaggi a Giada quando lei era già morta, chiedendole se fosse andata al lavoro e lamentandosi di non essere stato salutato.
UN MATRIMONIO ANNULLATO E TIMORI DI DROGHE
Il rapporto tra Giada e Andrea era in crisi. Il matrimonio, fissato per settembre, era stato annullato, e Giada aveva confidato a parenti e amici di temere di essere drogata. Questi timori, ora, sembrano trovare conferma nei risultati dell'autopsia.
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