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Dissesto idrogeologico
29.08.2024 - 11:01
Oltre 200 frane registrate sul territorio nell'ultimo anno
Le colline del Prosecco, riconosciute dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità nel 2019, stanno affrontando una grave crisi ambientale. Tra Farra di Soligo e Valdobbiadene, si sono contate oltre duecento frane, un fenomeno che sta mettendo a dura prova il territorio e i suoi abitanti. I viticoltori, che da sempre lavorano queste terre con dedizione, si trovano ora a fronteggiare una sfida che va oltre la semplice coltivazione delle viti.
UN TERRITORIO IN CRISI
Via Collagù, una piccola strada che si snoda tra boschi e vigneti, è uno degli esempi più emblematici di questa crisi. Situata nel cuore delle colline del Prosecco, la strada si interrompe bruscamente a causa di una frana che ha portato via metri cubi di bosco e terreno. Questo scenario si ripete in molte altre zone, come tra Arfanta e Tarzo, dove le frane hanno reso impraticabili diverse strade, costringendo i residenti e i turisti a cercare percorsi alternativi. Il borgo di Collagù, che fino al 2020 contava appena quattro residenti ma era una meta ambita per gli escursionisti, è ora quasi isolato. I gestori degli locali della zona si sono ormai rassegnati a questa difficile realtà e riportano di dover costantemente dare indicazioni ai pochi turisti rimasti per fare fronte ai costanti mutamenti della morfologia locale.
LA VOCE DEI VITICOLTORI
Il 28 febbraio, il Parlamento ha approvato una legge che istituisce la "Giornata Nazionale dell'Agricoltura", riconoscendo nella figura dell'agricoltore il "custode dell'ambiente e del territorio". La presenza di vigneti e di chi se ne prende cura in questi territori così impervi è infatti necessaria alla salvaguardia e alla cura del terreno, come dimostra la distribuzione dei crolli, concentrati nelle aree boschive. Il sindaco di Farra di Soligo, Mattia Perencin, ha censito ben 110 frane nel suo comune, mentre a Valdobbiadene il primo cittadino Luciano Fregonese parla di circa 90 frane di piccole dimensioni. Entrambi concordano sul fatto che i cambiamenti climatici abbiano aggravato la situazione negli ultimi anni. La bellezza del territorio si è quindi legata indissolubilmente alla sua fragilità e si stima che servirà oltre mezzo milione di euro solo per fare fronte ai crolli di maggiore entità.
LA DIFESA DEL TERRITORIO
Marina Montedoro, presidente dell'Associazione per il Patrimonio delle Colline UNESCO del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ha ribadito l'importanza dei "ciglioni inerbiti" (ovvero i vigneti coltivati con la tecnica del terrazzamento) nel prevenire le frane. Franco Adami, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, ha aggiunto che i danni maggiori si sono riscontrati nelle aree boschive che separano i vari terreni. I vigneti, invece, oltre a regalare un paesaggio incredibile agli occhi dei visitatori, sono frutto della sapienza, pazienza e del rispetto della natura con cui i viticoltori si sono per decenni presi cura del territorio. Tuttavia, non tutti sono d'accordo su questa visione. Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, sostiene che la trasformazione dei terreni in vigneti contribuisca agli smottamenti e alle alluvioni. Il consigliere regionale Andrea Zanoni (PD) punta il dito anche contro l'uso massiccio dei pesticidi, proponendo una produzione più biologica e di qualità.
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