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Sentenza ufficiale
04.09.2024 - 13:53
Immagine di repertorio
La notte del 30 settembre 2020, l'avvocato Piero Longo fu aggredito sotto casa sua, un evento che portò a una prognosi di 40 giorni per le lesioni subite. Tuttavia, la Corte d'Appello di Venezia ha recentemente assolto Rosanna Caudullo, la giovane donna accusata di essere la mandante morale dell'aggressione, mentre la sentenza per gli altri due imputati, Silvia Maran e Luca Zanon, è attesa per il 23 ottobre.
LA RICOSTRUZIONE DELLA SERATA DEL 30 SETTEMBRE
La serata sarebbe iniziata in un locale di Padova, dove Rosanna Caudullo era seduta a un tavolo con Silvia Maran e Luca Zanon, una coppia di amici. Caudullo, figlia dell'ex compagna di Longo, sembrerebbe aver passato la serata a lamentarsi di come l'avvocato l'avesse esclusa dalla propria vita in seguito al matrimonio con la nuova partner. Queste confidenze, cariche di dolore e risentimento, avrebbero spinto Maran a proporre un confronto verbale con Longo sotto casa sua. Intorno alle 23, i tre sarebbero andati sotto l'abitazione di Longo e avrebbero suonato il campanello. Longo sarebbe sceso con una pistola in tasca, un dettaglio inizialmente non ravvisato dai tre. La situazione sarebbe degenerata rapidamente: Longo avrebbe sparato alcuni colpi nell'androne senza colpire nessuno, mentre Maran e Zanon si avventavano su di lui. Caudullo, invece, sarebbe rimasta immobile in un angolo, senza partecipare attivamente all'aggressione.
LA DECISIONE DEI GIUDICI
I giudici della Corte d'Appello di Venezia hanno analizzato attentamente l'intera sequenza degli eventi, anche grazie ai video delle telecamere esterne. La loro conclusione è che quella sera non ci fu una "spedizione punitiva" premeditata. La violenza, secondo i giudici, è stata il risultato di una concatenazione rapida di eventi non preorganizzati, scaturiti dalla sorpresa di vedere Longo armato.
IL RUOLO DI ROSANNA CAUDULLO
Rosanna Caudullo, difesa dall'avvocato Pietro Someda, è stata assolta dalle accuse di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e furto d'arma. I giudici hanno stabilito che Caudullo non era la mandante morale dell'aggressione e che la sua presenza sul luogo dei fatti non aveva lo scopo di fare da palo o di osservare compiaciuta quanto stava accadendo, come sostenuto dall'accusa. La sua immobilità durante l'aggressione è stata interpretata come passività e non come complicità.
LE MOTIVAZIONI DIETRO L'AGGRESSIONE
Un aspetto ancora da chiarire nella vicenda è il motivo per cui Longo, pur avendo compreso di essere in pericolo, avrebbe deciso di scendere comunque. I giudici ipotizzano che Longo volesse prevenire una "piazzata" sotto casa, avendo intuito le ragioni del confronto. Questa decisione, tuttavia, avrebbe contribuito a innescare una serie di eventi che hanno portato all'aggressione.
L'ATTESA PER LA SENTENZA DI MARAN E ZANON
Mentre Rosanna Caudullo è stata assolta in rito abbreviato, Silvia Maran e Luca Zanon hanno scelto di affrontare il dibattimento. La sentenza per loro è attesa per il 23 ottobre. Maran, che avrebbe dato il via all'aggressione con un calcio e una sberla a Longo, e Zanon, che avrebbe cercato di separare i due, attendono ora il verdetto che potrebbe chiarire ulteriormente le responsabilità individuali in questa complessa vicenda.
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