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Capolarato
05.09.2024 - 12:58
Foto di repertorio
Un'operazione congiunta dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Venezia e Padova, insieme alla Compagnia di Piove di Sacco, ha portato all’arresto di due imprenditori cinesi residenti a Brugine (PD) con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, comunemente noto come “caporalato”. L'ordinanza di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Padova su richiesta della Procura della Repubblica locale.
L’indagine, denominata “TROUSERS”, ha avuto luogo tra gennaio 2022 e luglio 2024 e ha rivelato un grave sfruttamento lavorativo. I due imprenditori, insieme ad altri due caporali connazionali, sono accusati di gestire una rete di sfruttamento lavorativo che ha fatto vivere a lavoratori stranieri condizioni di lavoro degradanti e sotto-retribuite. L'inchiesta ha preso avvio grazie a osservazioni, controlli e acquisizione di documentazione che ha dimostrato evidenti discrepanze tra le ore lavorate e quanto dichiarato ufficialmente dall'azienda operante nel settore manifatturiero a Brugine.
L'operazione ha portato alla luce che i lavoratori, prevalentemente pakistani, bengalesi e cinesi, cinque dei quali irregolari sul territorio nazionale, venivano impiegati in condizioni precarie. Ricevevano una paga di soli 5 euro l'ora, spesso inferiore al minimo stabilito dai contratti collettivi nazionali, e lavoravano fino a 14 ore giornaliere. Inoltre, il tutto era aggravato dalla mancanza di norme di sicurezza e da alloggi fatiscenti.
Le indagini hanno rivelato un sistema organizzativo ben strutturato. I lavoratori erano costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli, venivano utilizzati come merce di scambio per ottenere vantaggi economici.
In seguito agli accertamenti, la Procura della Repubblica di Padova ha deciso di richiedere misure cautelari e il Tribunale ha disposto anche il sequestro preventivo dell'immobile adibito a laboratorio e dei due alloggi adiacenti, per un valore complessivo di 400.000 euro. I residenti dei locali sequestrati hanno ricevuto la possibilità di mantenere la loro abitazione fino a quando non sarà trovata una sistemazione alternativa.
Il procedimento è attualmente in fase di indagini preliminari. Gli indagati devono essere considerati innocenti fino a una condanna definitiva.
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