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L'assoluzione

Assolti i 12 imputati per il saluto romano alla commemorazione dell'eccidio di Schio: la decisione del tribunale di Vicenza

Il tribunale di Vicenza ha assolto i 12 imputati per il saluto romano durante la commemorazione dell'eccidio di Schio del 2022

tribunale di vicenza

La sede del tribunale di Vicenza

Nella giornata di venerdì 6 settembre 2024, il tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza sui 12 imputati accusati di aver eseguito il saluto romano durante la commemorazione dell'eccidio di Schio del 10 luglio 2022. La decisione del giudice per l'udienza preliminare (GUP) ha stabilito che non vi era un concreto pericolo per l'ordine pubblico, come contestato dalla pubblica accusa, assolvendo quindi tutti gli imputati.

L'eccidio di Schio è un evento tragico della storia italiana, avvenuto il 7 luglio 1945, quando 54 persone furono uccise in una rappresaglia partigiana. Ogni anno, la commemorazione di questo evento suscita forti emozioni e, talvolta, polemiche. Durante la cerimonia del 2022, i 12 imputati hanno eseguito il saluto romano, accompagnato dal grido "presente", un gesto che ha portato all'accusa di violazione dell'articolo 5 della Legge Scelba. Questa legge, emanata nel 1952, vieta le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista.

La pubblica ministera Serena Chimici ha sostenuto che il gesto dei 12 militanti rappresentava una chiara violazione della Legge Scelba. Secondo la PM, il saluto romano e il grido "presente" erano manifestazioni inequivocabili del disciolto partito fascista, capaci di minare l'ordine pubblico e di rievocare ideologie pericolose. Tuttavia, la difesa ha presentato un'argomentazione basata su precedenti giurisprudenziali che hanno avuto un ruolo cruciale nella decisione finale del tribunale.

L'avvocato Gabriele Bordoni, legale di nove dei dodici imputati, ha richiamato l'attenzione su diverse pronunce della Corte di Cassazione che hanno stabilito un orientamento giurisprudenziale consolidato. In particolare, Bordoni ha citato le sezioni unite del 17 aprile 2024, che hanno affermato che per configurare una rilevanza penale, le condotte devono rappresentare un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. In assenza di tale pericolo, i contesti di rievocazione o commemorazione non possono essere considerati penalmente rilevanti.

La decisione del tribunale di Vicenza non è un caso isolato. Già in passato, vi erano state assoluzioni simili. Nel 2019, sempre a Vicenza, attivisti che avevano partecipato al "rito del presente" durante la commemorazione dell'eccidio di Schio erano stati assolti. Anche a Pavia, nel 2016, il saluto romano eseguito durante la commemorazione di un militante morto non aveva portato a condanne. Questi precedenti hanno contribuito a rafforzare la posizione difensiva e a orientare la decisione del GUP.

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