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Maxi operazione della Finanza: sequestrate 12mila console e 7mila profumi contraffatti

Operazione "Coin-Up 80" della Guardia di Finanza di Torino: sequestrate console e profumi contraffatti, nove italiani indagati

Maxi operazione della Finanza: sequestrate 12mila console e 7mila profumi contraffatti

La Guardia di Finanza di Torino ha portato a termine una maxi operazione denominata "Coin-Up 80", che ha condotto al sequestro di dodicimila console per videogame contraffatte e settemila profumi potenzialmente pericolosi. L'operazione ha coinvolto anche il territorio veneziano, con perquisizioni e indagini che hanno portato alla denuncia di nove cittadini italiani.


Le console sequestrate, che simulavano in tutto e per tutto quelle maggiormente commerciate negli ultimi decenni, contenevano al loro interno oltre 47 milioni di videogame piratati. Questi dispositivi, venduti principalmente tramite negozi online, erano precaricati con retrogame risalenti agli anni '80 e '90, un periodo che sta vivendo una nuova fase di popolarità tra gli appassionati di videogiochi. Le indagini hanno permesso di ricostruire la filiera dei prodotti, tutti di provenienza cinese. La distribuzione avveniva principalmente attraverso i siti internet delle aziende italiane coinvolte, ma anche in alcuni punti vendita fisici, specialmente all'interno di centri commerciali, inclusi quelli nel veneziano. Le console sono risultate prive della marchiatura "CE" e, per qualità di assemblaggio, mancanza di conformità elettrica e presenza di batterie non certificate, non garantivano gli standard di sicurezza per il consumatore finale.

Parallelamente, la Guardia di Finanza ha sequestrato settemila profumi contraffatti, potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori. Anche questi prodotti erano distribuiti attraverso canali simili a quelli delle console, con una rete di vendita che comprendeva sia negozi online sia punti vendita fisici.


I nove responsabili italiani individuati, fatta salva la presunzione di innocenza, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per i reati di "introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi", "frode nell’esercizio del commercio", "ricettazione" e "violazione al diritto d’autore". I dispositivi sequestrati, privi anche delle indicazioni previste dalla normativa ambientale, sono stati distrutti nel rispetto delle regole riguardanti lo smaltimento di tale tipologia di rifiuti.


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