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Caso Cecchettin
17.09.2024 - 09:43
Giulia Cecchettin
Il 23 settembre si aprirà il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Tuttavia, l'imputato, Filippo Turetta, ha deciso di non partecipare alla prima udienza. La scelta di Turetta sembra dettata dalla volontà di evitare il clamore mediatico che inevitabilmente circonda un caso di tale portata.
L'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre scorso tra i comuni di Fossò e Vigonovo, nel veneziano, ha attirato l'attenzione dei media nazionali. Tuttavia, il presidente della Corte d'Assise, Stefano Manduzio, ha emanato un provvedimento che limita l'accesso all'aula a un numero ristretto di persone. Solo 20 giornalisti e altrettanti cittadini potranno assistere all'udienza, mentre 18 posti saranno riservati alle parti processuali. Questa decisione, sebbene comprensibile per motivi di ordine pubblico e sicurezza, ha sollevato non poche polemiche.
Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, ha espresso preoccupazione per la limitazione dei posti disponibili per la stampa. In una lettera indirizzata al presidente della Corte d'Assise, Bartoli ha chiesto di considerare la possibilità di spostare il processo in aule più capienti per permettere a tutti i giornalisti di svolgere il proprio lavoro senza impedimenti. Inoltre, ha suggerito l'organizzazione di un collegamento in streaming per la seconda udienza, prevista per il 26 settembre, in modo da garantire una maggiore trasparenza e accessibilità.
Filippo Turetta, originario di Torreglia, è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. Un quadro indiziario pesante, supportato da prove significative, che rende il processo particolarmente complesso. Gli avvocati difensori di Turetta hanno già dichiarato che non richiederanno una perizia psichiatrica per il loro assistito, sebbene la Corte abbia la facoltà di disporla d'ufficio.
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