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Moussa Diarra: la vita e la tragedia di un giovane migrante a Verona

Ucciso in circostanze controverse, il suo passato rivela sogni infranti e difficoltà quotidiane

Moussa Diarra: la vita e la tragedia di un giovane migrante a Verona

Foto di repertorio

Moussa Diarra, giovane migrante originario del Mali, viveva al primo piano dell’edificio occupato conosciuto come Ghibellin Fuggiasco a Verona. Il giovane è stato ucciso domenica 20 ottobre da un poliziotto che, secondo le ricostruzioni, lo ha aggredito dopo essere stato aggredito con un coltello.

Arrivato in Italia dopo un lungo e pericoloso viaggio che lo ha visto attraversare Algeria e Libia, Moussa era approdato a Lampedusa. Qui aveva trovato rifugio e aveva lavorato nei campi, raccogliendo uva e mele, ma la sua vita era caratterizzata da compensi esigui e contratti temporanei che raramente superavano i 300 euro al mese. Moussa sognava di tornare in Mali, dove aveva costruito una casa con la sua fidanzata.

La sua tragica morte ha scatenato un acceso dibattito sulla gestione della sicurezza da parte delle forze dell'ordine. Sono sorti dubbi sull'uso del coltello da parte del ragazzo sono attesi chiarimenti sulla dinamica degli eventi, così come sull'eventuale presenza di telecamere di sorveglianza.

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