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Processo Filippo Turetta
25.10.2024 - 11:19
Filippo Turetta
L'imputato, che nei giorni scorsi ha presentato una memoria scritta, dovrà spiegare come ha conosciuto Giulia, quando il loro amore sia degenerato in possessività e perché quella sera, dopo aver parcheggiato a 150 metri dalla casa dei Cecchettin, ha scelto di accoltellarla 75 volte dopo il rifiuto della giovane di tornare con lui. Dovrà chiarire al pubblico ministero Andrea Petroni ogni dettaglio riguardante la prima aggressione avvenuta a Vigonovo, i colpi mortali inferti nella zona industriale di Fossó, la fuga di cento chilometri fino al lago di Barcis, dove ha smaltito il corpo della ventiduenne laureanda in Ingegneria biomedica, e la sua resa in Germania, dopo una settimana di latitanza.
Sebbene il delitto sia stato confessato, egli sostiene che non fosse premeditato. Non esiste un piano elaborato, né un raptus o un blackout, ma solo una rabbia sorda che lo ha spinto a compiere l'azione. Tuttavia, per l'accusa, la premeditazione è evidente: Turetta spiava la vittima tramite un'app sul telefono, avrebbe acquistato in anticipo il nastro adesivo per silenziarla, preparato vestiti, denaro e provviste per la fuga, e studiato mappe per nascondere il corpo e facilitare la propria evasione. Tutti questi elementi, insieme a una confessione completa, potrebbero costargli l'ergastolo.
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