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L'autopsia di Moussa Diarra

Verona, un solo colpo di pistola: la morte di Moussa Diarra e le indagini in corso

L'autopsia rivela dettagli cruciali sulla morte di Moussa Diarra. Sabato la manifestazione per chiedere verità e giustizia

Moussa Diarra: la vita e la tragedia di un giovane migrante a Verona

Foto di repertorio


UN COLPO FATALE
La morte di Moussa Diarra, il giovane di 26 anni originario del Mali, ha scosso profondamente l'opinione pubblica. L'autopsia, condotta presso l'Istituto di Medicina Legale di Borgo Roma dalla professoressa Federica Bortolotti, ha confermato che un unico colpo di pistola ha trafitto il cuore e il torace del giovane, decretandone la morte istantanea. Questo tragico evento si è verificato domenica mattina alla stazione di Porta Nuova, quando un agente della Polfer ha sparato durante un presunto attacco con un coltello da parte di Diarra.

IL CONTESTO DELL'INCIDENTE
Secondo le prime ricostruzioni, l'agente avrebbe esploso tre colpi: uno in aria, uno fatale e un terzo che si è conficcato in una vetrata del parcheggio. L'assenza di segni di bruciatura sul corpo di Diarra suggerisce che il colpo non sia stato sparato a distanza ravvicinata, escludendo l'ipotesi di una colluttazione diretta. Questo dettaglio potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere la dinamica esatta dell'incidente.

INDAGINI IN CORSO
Le indagini proseguono con l'obiettivo di chiarire le circostanze che hanno portato alla morte di Diarra. Gli esami tossicologici, attualmente in corso, mirano a verificare la presenza di alcol, droghe o farmaci nel corpo del giovane, per comprendere il suo stato fisico e psichico al momento dell'incidente. Inoltre, non sono stati riscontrati lividi, ferite o escoriazioni sulle mani della vittima, che possano essere collegati ai danneggiamenti di cui sarebbe stato protagonista durante quella notte di agitazione.


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