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Omicidio Cecchettin
25.10.2024 - 15:58
Filippo Turetta in aula. Foto dai canali social del Governatore Luca Zaia
Nella sala della Corte d’Assise di Venezia, Filippo Turetta, oggi per la prima volta in aula, ha ricostruito in modo dettagliato gli attimi drammatici che hanno portato alla morte dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Con voce spesso incerta, ha ricordato una sequenza di eventi confusi tra Vigonovo e Fossò, iniziata con la decisione di strapparle via il telefono per impedirle di chiedere aiuto e terminata con i colpi fatali.
Già nei giorni precedenti i due avevano avuto un pesante diverbio in una gelateria di Padova, nato dall'assillante richiesta di Turetta di rimettersi insieme, culminata in uno schiaffo alla coscia di Giulia. "Lei - ha sottolineato Turetta - si lamentava sempre perché ero assillante".
Poi il giorno della tragedia: “Giulia stava scappando e urlava,” ha detto Turetta, “forse l’avevo già colpita a una coscia. Non ricordo bene. Poi, mentre cercavo di imbavagliarla, è riuscita ad aprire la portiera e a fuggire. Allora l’ho inseguita e l’ho colpita di nuovo.”
A Vigonovo Turetta aveva tolto il cellulare a Giulia. "In macchina avevo preso il cellulare di Giulia per allontanarlo da lei, per spegnerlo insomma.". Il telefono, poi, non è mai stato ritrovato, ma l’imputato ha confermato di averlo lanciato mentre percorreva una strada secondaria, “dopo Fossò, l'ho buttato dal finestrino, assieme al coltello, mi pare in un fossato, un piccolo canale che circonda un terreno, ma non ricordo con precisione dove”. Le coltellate, ha detto, sono arrivate in momenti diversi: prima per impedirle la fuga e poi per darle il colpo di grazia, mentre lei cercava di difendersi con le braccia. “Ho iniziato a colpire con il coltello, avrei voluto dare un colpo al collo, forse meno doloroso, ma lei si difendeva con entrambe le braccia e così ho iniziato a colpire più velocemente possibile senza neanche guardare”.
La testimonianza dell'ex fidanzato, descritta come confusa ma priva di emozioni, ha segnato un momento di particolare sofferenza per il padre di Giulia, Gino Cecchettin. “Ho capito benissimo chi è Filippo Turetta, non ho bisogno di restare, per me è chiarissimo e per me la vita del prossimo è una cosa sacra”, ha dichiarato, lasciando l’aula con gli occhi lucidi per non assistere oltre.
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