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Cronaca
02.11.2024 - 10:44
Foto di repertorio
A oltre un anno di distanza dalla tragedia del bus elettrico precipitato dal cavalcavia tra Mestre e Marghera, la comunità locale e l’intero Paese attendono ancora risposte definitive. La Procura di Venezia, su richiesta della pm Laura Cameli, ha recentemente ottenuto una proroga di sei mesi per proseguire le indagini, un passo che evidenzia la complessità del caso e la necessità di ulteriori accertamenti.
Un anno di misteri irrisolti
L’incidente, avvenuto il 3 ottobre dello scorso anno, ha provocato 22 vittime e 14 feriti, lasciando segni profondi nella memoria collettiva. Le investigazioni hanno sinora esplorato numerosi elementi, inclusi i controlli sul veicolo e sul viadotto, ma nessuna causa precisa è stata ancora identificata. La Procura ha quindi ritenuto indispensabile la proroga, per verificare con maggiore dettaglio le circostanze che hanno portato al ribaltamento del bus.
Gli sviluppi dell'inchiesta
Attualmente, quattro persone risultano indagate, ma l’ipotesi iniziale di un malore dell’autista è stata esclusa, aumentando le incertezze sul caso. Gli esami tecnici sul bus elettrico e sulla struttura del cavalcavia non hanno fornito prove conclusive, alimentando interrogativi sulla dinamica dell'incidente. Il rinvio delle indagini rappresenta quindi una possibilità per condurre analisi più approfondite e portare luce su una tragedia ancora avvolta dal mistero.
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