Arresto a Padova: donna moldava sorpresa a fare shopping, accusata di sfruttamento della prostituzione

Una donna moldava, già agli arresti domiciliari, è stata fermata a Padova e condotta in carcere per gravi accuse

Aurora Ricci

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20.11.2024 - 09:23

Arresto a Padova: donna moldava sorpresa a fare shopping, accusata di sfruttamento della prostituzione

Nel cuore di Padova, un'operazione di polizia ha portato all'arresto di una donna moldava, già nota alle forze dell'ordine. Lunedì 18 novembre, una pattuglia dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante un servizio di perlustrazione, ha notato due persone che si aggiravano con fare sospetto davanti alle vetrine di un negozio in via San Fermo. Gli agenti, insospettiti, hanno deciso di intervenire. Alla richiesta di spiegazioni, i due individui hanno dichiarato di essere in attesa di una terza persona, impegnata in acquisti all'interno del negozio. Pochi istanti dopo, una donna è uscita dal negozio e, alla vista della volante, ha cercato di allontanarsi in fretta. Gli agenti, prontamente, l'hanno fermata e condotta in questura per l'identificazione. La donna, una 36enne moldava residente in provincia di Treviso, non era una sconosciuta per la giustizia italiana. A suo carico, infatti, risultavano diversi precedenti penali e di polizia. La situazione si è complicata ulteriormente quando gli accertamenti hanno rivelato che la donna era destinataria di una misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Treviso nel giugno 2024. Tale misura le consentiva di allontanarsi dalla sua residenza solo per motivi di lavoro, e comunque all'interno della provincia di Treviso. La sua presenza a Padova, quindi, costituiva una violazione delle condizioni imposte dal tribunale, configurando il reato di evasione. Ma non è tutto. Gli sviluppi investigativi hanno portato alla luce un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 15 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Venezia. La donna dovrà scontare una pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione per reati legati alla prostituzione minorile e allo sfruttamento della prostituzione, commessi in concorso con altri. Alla luce di queste gravi accuse, la 36enne è stata trasferita presso la casa circondariale di Verona Montorio.

Nel cuore di Padova, un'operazione di polizia ha portato all'arresto di una donna moldava, già nota alle forze dell'ordine. Lunedì 18 novembre, una pattuglia dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante un servizio di perlustrazione, ha notato due persone che si aggiravano con fare sospetto davanti alle vetrine di un negozio in via San Fermo. Gli agenti, insospettiti, hanno deciso di intervenire.

Alla richiesta di spiegazioni, i due individui hanno dichiarato di essere in attesa di una terza persona, impegnata in acquisti all'interno del negozio. Pochi istanti dopo, una donna è uscita dal negozio e, alla vista della volante, ha cercato di allontanarsi in fretta. Gli agenti, prontamente, l'hanno fermata e condotta in questura per l'identificazione. La donna, una 36enne moldava residente in provincia di Treviso, non era una sconosciuta per la giustizia italiana. A suo carico, infatti, risultavano diversi precedenti penali e di polizia.

La situazione si è complicata ulteriormente quando gli accertamenti hanno rivelato che la donna era destinataria di una misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Treviso nel giugno 2024. Tale misura le consentiva di allontanarsi dalla sua residenza solo per motivi di lavoro, e comunque all'interno della provincia di Treviso. La sua presenza a Padova, quindi, costituiva una violazione delle condizioni imposte dal tribunale, configurando il reato di evasione.

Ma non è tutto. Gli sviluppi investigativi hanno portato alla luce un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 15 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Venezia. La donna dovrà scontare una pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione per reati legati alla prostituzione minorile e allo sfruttamento della prostituzione, commessi in concorso con altri. Alla luce di queste gravi accuse, la 36enne è stata trasferita presso la casa circondariale di Verona Montorio.