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Situazione critica
20.11.2024 - 18:03
Immagine di repertorio
Sono 51.687 gli infortuni registrati in Veneto nei primi nove mesi del 2024, un dato che non solo segna una preoccupante stabilità del fenomeno, ma rivela anche l'incapacità delle istituzioni di intervenire in modo efficace. A denunciare questa situazione è la Cgil, che punta il dito contro la mancanza di azioni concrete in risposta ai numeri drammatici e agli incidenti mortali che continuano a segnare il lavoro nella regione.
A farne le spese sono soprattutto i lavoratori più vulnerabili, tra cui quelli sopra i 61 anni, e coloro che sono vittime di infortuni "in itinere", ossia durante il tragitto casa-lavoro. Un'analisi più dettagliata rivela come alcune province, come Treviso, Belluno e Venezia, abbiano registrato un aumento significativo rispetto all'anno precedente. In particolare, Treviso ha visto l'ennesima tragedia con la morte di due lavoratori, uno a San Vendemiano e l'altro a Refrontolo, entrambi colpiti da incidenti sul posto di lavoro.
La Cgil denuncia la grave insufficienza di controlli, sia da parte delle autorità competenti che dalle aziende stesse, sottolineando l'importanza di rafforzare il sistema di prevenzione e sicurezza. Enrico Botter, segretario della Cgil di Treviso, esprime forti dubbi sull'efficacia delle politiche attuate dal Governo, come la "patente a crediti", criticata per non offrire garanzie reali ai lavoratori. Anche Silvana Fanelli, segretaria regionale, insiste sulla necessità di un cambiamento radicale, chiedendo un impegno concreto per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
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