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Cronaca giudiziaria
12.12.2024 - 12:02
Un caso di cronaca giudiziaria ha visto come protagonista un'amministratrice di sostegno, accusata di aver sottratto ingenti somme di denaro a un disabile di Ficarolo. La vicenda, che ha portato alla luce un presunto caso di peculato continuato, è stata resa nota dalla Guardia di Finanza, che ha condotto un'indagine approfondita su quanto accaduto.
Tutto ha avuto inizio con una denuncia presentata da un familiare della vittima, un disabile residente a Ficarolo, che ha sollevato sospetti sull'operato dell'amministratrice di sostegno, una 48enne originaria di Rovigo. Nominata nel 2015 per gestire il patrimonio del disabile, la donna avrebbe invece, secondo l'accusa, distratto quasi 700mila euro. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno visto impegnati i finanzieri della tenenza di Occhiobello in un'analitica ricostruzione dei movimenti sui conti correnti bancari della vittima e degli indagati.
Le investigazioni hanno rivelato un quadro inquietante: l'amministratrice di sostegno avrebbe sistematicamente spogliato il suo assistito delle risorse finanziarie, utilizzandole per fini personali. Tra gli acquisti effettuati con il denaro sottratto figurano un capannone con attrezzature e un immobile adibito ad abitazione. Inoltre, parte delle somme sarebbero state convogliate su conti correnti a lei riferibili. A complicare ulteriormente la situazione, il coinvolgimento del compagno 35enne della donna, che avrebbe collaborato nell'attuazione del piano criminoso.
Alla luce delle evidenze raccolte, la Procura di Rovigo ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari un decreto di sequestro preventivo "diretto" e "per equivalente" per un importo di oltre 680mila euro. L'obiettivo è quello di restituire alla vittima le risorse sottratte, garantendogli il soddisfacimento dei suoi bisogni quotidiani. I finanzieri rodigini hanno eseguito il provvedimento, mettendo i sigilli su beni mobili e immobili riconducibili ai due indagati, tra cui un immobile, un capannone agricolo, un'autovettura e vari oggetti acquistati con il denaro provento del reato contestato.
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