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Sciopero nazionale

Mobilitazione nazionale metalmeccanici: scioperi e presidi in tutta Italia per il rinnovo del contratto

Oltre 200.000 lavoratori hanno aderito agli scioperi organizzati da FIM, FIOM e UILM, in un mese di mobilitazione culminato con manifestazioni e blocchi della produzione in tutta Italia

Manifestazione della FIOM CGIL a Rovigo

Manifestazione della FIOM CGIL a Rovigo

Si è concluso oggi in tutta Italia il mese di mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici, che ha visto in azione scioperi di 8 ore e presidi organizzati a livello territoriale. La protesta è stata promossa dalle segreterie nazionali di FIM, FIOM e UILM, dopo il fallimento delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Federmeccanica/Assistal, a causa della mancanza di disponibilità da parte delle associazioni datoriali a discutere seriamente sulla piattaforma presentata a maggio. Questa piattaforma, votata positivamente dalla maggioranza dei lavoratori, rappresenta una delle principali richieste di aggiornamento del contratto, ormai scaduto da mesi.

Le adesioni agli scioperi sono state significative, con punte di partecipazione che hanno superato il 90% in alcune delle principali aziende del settore metalmeccanico. Nella provincia di Belluno, ad esempio, lo sciopero ha visto un'alta partecipazione, con il 90% dei lavoratori di Epta e Mehits che hanno aderito, seguito dal 70% a Clivet e Olis-Polaris Aligroup. In provincia di Treviso, dove si sono registrati picchi di adesione del 95% in De’ Longhi e Electrolux, l’agitazione ha coinvolto una vasta gamma di aziende, da Breton a Mitsubishi, fino a Stiga.

Martedì 14 gennaio, la mobilitazione è proseguita in provincia di Vicenza con un altro pacchetto di 4 ore di sciopero, che ha visto adesioni superiori al 90% in molte aziende come Beltrame, Forgital e Ebara, con punte tra l'80% e il 90% in altre realtà industriali.

Il 15 gennaio, infine, la provincia di Rovigo ha concluso la serie di scioperi unitari con una partecipazione che ha visto fermarsi la produzione in aziende chiave come Femi Cz e RPM. Un presidio sotto la sede di Confindustria ha raccolto circa 400 lavoratori, confermando la determinazione delle maestranze metalmeccaniche nel chiedere risposte concrete sui temi del contratto e delle condizioni di lavoro.

Questa mobilitazione, che ha coinvolto migliaia di lavoratori in tutta Italia, rappresenta una forte manifestazione di dissenso contro il blocco delle trattative e per chiedere il rinnovo di un contratto che rispetti le esigenze dei lavoratori del settore metalmeccanico, che rivendicano condizioni di lavoro e salari adeguati in un contesto economico e sociale sempre più complesso.

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