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Sanità e giustizia
23.01.2025 - 17:43
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia
Dopo anni di accuse e insinuazioni, arriva la piena assoluzione per la dottoressa Patrizia Simionato e il dottor Roberto Rigoli, coinvolti nel processo sui tamponi rapidi. La sentenza pronunciata oggi dal Tribunale di Padova ha ristabilito la verità, mettendo fine a una vicenda giudiziaria che aveva scosso la sanità veneta.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato con soddisfazione la decisione del tribunale: “Non appena appresa la sentenza, mi sono congratulato con la dottoressa Simionato e il dottor Rigoli. È una notizia bellissima che ripristina la verità e l’onore di due professionisti esemplari. Ho sempre difeso il loro operato e questa sentenza rappresenta una riabilitazione sociale verso persone che hanno sofferto enormemente a causa di accuse impensabili”.
Zaia ha poi voluto ricordare il ruolo fondamentale svolto dal dottor Rigoli, allora primario della Microbiologia di Treviso, durante il difficile periodo della pandemia: “Rigoli ha rinunciato alla libera professione per dedicarsi anima e corpo alla salute dei cittadini. Ha messo la sua conoscenza al servizio della collettività in un momento di grande incertezza, svolgendo un lavoro straordinario per affrontare le sfide del Covid”.
Parole di stima anche per la dottoressa Patrizia Simionato, definita da Zaia una manager di grande valore: “Alla guida di Azienda Zero durante il periodo della pandemia, ha gestito con trasparenza e professionalità volumi di lavoro enormi, tra appalti, acquisti di materiali e gestione dei tamponi. È per questo che ho scelto di riconfermarla come direttore generale a Vicenza”.
Zaia ha inoltre sottolineato il costo umano e professionale subito dai due dirigenti, finiti al centro di una “gogna pubblica e mediatica” che si è rivelata priva di fondamento. “Questa sentenza – ha aggiunto – non solo rappresenta un trionfo della giustizia e della democrazia, ma rinnova la piena fiducia nella magistratura. Tuttavia, resta l’amarezza per le polemiche, le accuse e gli attacchi politici che hanno accompagnato questa vicenda, con il tentativo di screditare l’operato della Regione e di questi professionisti. Mi auguro che chi ha puntato il dito contro di loro, con troppa fretta, ora contribuisca a restituire pienamente l’onore ai diretti interessati”.
Zaia ha infine concluso con una riflessione sul processo stesso: “Le carte processuali erano chiare fin dall’inizio e dimostravano l’innocenza degli imputati. Mi chiedo quale fosse lo scopo di impiegare tempo e risorse per arrivare a una sentenza di assoluzione che, già a processo in corso, era evidente. Ora non resta che voltare pagina, ma ricordando il prezzo che è stato pagato”.
La sentenza odierna, arrivata con formula piena perché il fatto non sussiste, segna dunque la fine di una lunga vicenda che ha visto due figure centrali della sanità veneta vittime di accuse poi smontate in sede giudiziaria.
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