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Cronaca
25.01.2025 - 08:49
Foto di repertorio
In Italia, un nuovo episodio di cronaca giudiziaria getta luce su una problematica crescente legata all'immigrazione e all'integrazione. Le forze dell'ordine hanno smantellato un ampio sistema di falsificazione di documenti, che permetteva a cittadine georgiane di eludere le restrizioni sull'ingresso e la permanenza nel Paese. Un'operazione coordinata dalla Questura di Udine ha portato all'arresto di 19 donne e alla denuncia di altre 17, dopo aver eseguito 52 perquisizioni in tutta Italia.
L'indagine è stata avviata a seguito delle segnalazioni degli uffici delle agenzie delle entrate, che avevano notato un numero sospetto di donne di origini georgiane con documenti d'identità di Paesi dell'Unione Europea, come Polonia e Lituania. Questi documenti, pur essendo falsi, permettevano alle donne di ottenere il codice fiscale e di inserirsi nel mercato del lavoro, prevalentemente nel settore dell'assistenza domiciliare, senza rispettare le leggi sull'immigrazione.
Le indagini hanno rivelato che le donne, una volta in possesso dei documenti falsi, riuscivano a trovare lavoro con maggiore facilità in diverse città italiane. Le perquisizioni, svolte in diverse località tra cui Udine, Pordenone, Torino, Venezia e Lecce, hanno smascherato una rete che minava non solo la legalità delle normative sull'immigrazione, ma anche la fiducia nel sistema di welfare nazionale.
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