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Arriva la sentenza
07.03.2025 - 16:03
Tribunale di Rovigo
Tre giovani polesani sono stati condannati a sei anni di reclusione ciascuno dalla Corte d’Assise di Rovigo per aver fatto esplodere un ordigno il 31 marzo 2023 davanti al portone di un residence di Adria, in provincia di Rovigo, dove risiedevano alcuni immigrati. L’attacco, seppur grave, non ha avuto conseguenze fatali.
I tre condannati sono Nicolò Siviero, 24 anni di Porto Viro, Thomas Marangon, 22 anni di Taglio di Po, e Cristian Tuttolomondo, 23 anni di Loreo. Durante il processo, l'accusa aveva richiesto pene più severe, con 16 anni e 11 mesi di reclusione per ciascuno degli imputati, contestando i reati di tentato omicidio plurimo e strage, aggravati dall’odio razziale. Tuttavia, la Corte ha escluso tali accuse, decidendo di condannarli esclusivamente per i reati di detenzione e porto in luogo pubblico di esplosivo.
L’ordigno, composto da una miscela pirotecnica, esplose con una violenza tale da frantumare i vetri e danneggiare gravemente l’edificio. La deflagrazione, purtroppo, mise a rischio la vita di alcuni condomini, tra cui anche dei bambini, ma per fortuna non ci furono vittime.
La Corte ha inoltre disposto una provvisionale complessiva di 70mila euro a favore delle 12 parti civili coinvolte, tra cui il Comune di Adria, che riceverà 15mila euro. Le altre somme saranno destinate a due residenti e a nove condomini, ciascuno dei quali riceverà tra i 5mila e i 10mila euro in base ai danni subiti.
Il processo ha sollevato numerosi interrogativi sulla natura del gesto e sul contesto che lo ha generato, ma alla fine ha confermato come il rischio di tragedie potesse essere elevato, nonostante la fortuna abbia voluto che il bilancio fosse solo materiale.
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