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Arriva la sentenza

Stupro di gruppo a Jesolo: condannato a 5 anni uno degli aggressori

La vittima aveva 15 anni, il colpevole sconterà 5 anni e 4 mesi. L'episodio risale all'estate 2023, quando la giovane ha subito la violenza da due ragazzi conosciuti poche ore prima

Immagine di repertorio

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Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2023, una ragazzina di 15 anni è stata vittima di uno stupro di gruppo sulla spiaggia di Jesolo. I responsabili sono due giovani di origine marocchina, uno di 25 anni e l'altro minorenne. Il maggiore dei due è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, mentre il minore è sotto processo presso la procura dei minorenni.

La giovane, in compagnia di amici, aveva conosciuto i due ragazzi poche ore prima della tragedia. Quando le è stato proposto di fare "un'orgia sulla spiaggia", l’idea le era sembrata inizialmente uno scherzo. Tuttavia, i due aggressori erano serissimi. Dopo essersi appartati in un tratto isolato del litorale con alcune bottiglie di vodka, la situazione è degenerata. La ragazza ha subito pesanti avance sessuali sulla spiaggia, fino a essere costretta violentata in auto.

L’accusa, sostenuta dal pm Anna Andreatta, ha portato il 25enne a processo con rito abbreviato, terminato con la condanna emessa dal giudice Benedetta Vitolo. La sentenza si basa sul racconto della vittima, giudicato credibile dalla psicologa che l’ha assistita durante l’audizione protetta. Nonostante la giovane fosse in stato di alterazione per l’alcol consumato quella sera, è stata ritenuta in grado di distinguere chiaramente gli eventi e ha descritto con lucidità il suo tentativo di sottrarsi alla violenza.

Durante il processo, la difesa dell’imputato ha cercato di sollevare dubbi sulla ricostruzione dei fatti. Un elemento controverso è stato il filmato delle telecamere di sorveglianza di un McDonald’s, che mostrava la vittima e i suoi aggressori insieme la mattina successiva. Inoltre, inizialmente la ragazza aveva denunciato il furto del cellulare prima di rivelare l’abuso subito. Tuttavia, le prove mediche hanno confermato la presenza di ecchimosi compatibili con il racconto della giovane, portando alla condanna dell’imputato con il riconoscimento delle attenuanti generiche.

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