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Cronaca
17.03.2025 - 08:28
Foto di repertorio
Un tragico caso di abusi ai danni di una persona vulnerabile è emerso a Treviso, dove il tutore di un uomo invalido è stato accusato di essersi appropriato indebitamente di una somma pari a 50 mila euro, non pagando le necessarie rette della casa di riposo che ospitava il fratello disabile.
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso, si sono concentrate sul comportamento del fratello, che ricopriva il ruolo di amministratore di sostegno del disabile dal 2002, anno in cui la madre dell’uomo era venuta a mancare, lasciando il figlio a sua cura. L’inchiesta è partita dalla denuncia di un nuovo amministratore, un avvocato trevigiano, che ha segnalato irregolarità nei conti e nelle spese sostenute per l'anziano. L'avvocato ha notato la mancanza dei rendiconti obbligatori che il tutore avrebbe dovuto trasmettere periodicamente al Giudice Tutelare, secondo la normativa vigente.
L’analisi delle operazioni bancarie ha rivelato un quadro preoccupante: il tutore, infatti, avrebbe sottratto denaro attraverso ricariche su carte di credito, prelievi in contante e pagamenti per spese personali come utenze e polizze assicurative. Questi fondi avrebbero dovuto essere utilizzati per saldare le rette della casa di riposo, ma la mancanza di pagamento ha lasciato l’invalido con un debito di ben 41 mila euro nei confronti della struttura.
A seguito della scoperta, il Tribunale di Treviso ha deciso di sostituire il fratello nell’incarico di tutore, mentre l’uomo è stato denunciato per peculato e rinviato a giudizio.
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