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Cronaca
07.04.2025 - 11:34
Foto di repertorio
Si chiude un altro capitolo nell’inchiesta sul sanguinoso regolamento di conti avvenuto a Prato nell’estate del 2024. Nengyin Fang, ex soldato dell’esercito cinese, è stato arrestato in un ristorante della periferia padovana, individuato come il sesto componente della banda responsabile del tentato omicidio ai danni dell’imprenditore cinese Chang Meng Zhang.
L’operazione, frutto di nove mesi di indagini coordinate dalla Procura di Prato, ha visto il contributo fondamentale della Squadra Mobile locale. Il delitto risale al 6 luglio scorso, quando, all’interno del locale “Number One” in via Scarlatti 23, Zhang fu aggredito brutalmente da un commando composto da elementi provenienti dalle province cinesi del Fujian e dello Zhejiang.
Il gruppo, secondo gli inquirenti, era arrivato in Italia con l’obiettivo di difendere con la violenza gli interessi economici di un monopolio nel settore delle grucce per abbigliamento. L’imprenditore fu accerchiato e colpito ripetutamente con una bottiglia di vetro, coltelli e calci, riportando ferite gravissime che portarono all’eviscerazione. Solo il tempestivo intervento del gestore del locale, che lo trasportò d’urgenza in ospedale, evitò l’esito fatale.
Zhang, già noto alle forze dell’ordine per una condanna definitiva per omicidio avvenuto nel 2006 a San Giuseppe Vesuviano, ha deciso di collaborare con la giustizia, fornendo dettagli cruciali per l’identificazione degli aggressori. In particolare, le sue dichiarazioni hanno permesso di delineare il ruolo di Fang, nato in Cina nel 1989, all’interno del gruppo.
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