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Maltrattamenti sugli animali

Marca: grida disperate da uno stanzino, cane prigioniero da quattro giorni

Il proprietario era già stato denunciato, ma l'anziano animale versa di nuovo in condizioni critiche. LNDC denuncia

Foto del cane, rinchiuso in un casolare fatiscente per quattro giorni

Foto del cane, rinchiuso in un casolare fatiscente per quattro giorni

Una nuova, inquietante vicenda di maltrattamento animale scuote la comunità di Vittorio Veneto. Un cane anziano, visibilmente deperito, sarebbe stato rinchiuso per giorni in uno stanzino di cemento, in totale isolamento e privo di cure adeguate. A segnalare il caso è stata la LNDC Animal Protection, che ha presentato una denuncia formale alle autorità competenti, chiedendo l’intervento immediato dei Carabinieri Forestali e dei Servizi Veterinari dell’Ulss 2 Marca Trevigiana.

Secondo quanto riferito da una residente della zona, l’animale – un meticcio dall’aspetto simile a un incrocio tra cocker e setter, di circa 11 anni – si troverebbe in quello stato dal 12 aprile. Le sue condizioni fisiche e psicologiche destano profonda preoccupazione: i lamenti del cane hanno attirato l’attenzione dei vicini, che hanno documentato tutto con foto e video allegati alla segnalazione. Le immagini mostrano un animale debilitato, sofferente, chiuso in uno spazio angusto e inaccessibile persino ai veterinari intervenuti su richiesta dei Carabinieri Forestali.

Il fatto, peraltro, non è isolato: già a febbraio il cane era stato trovato in stato di abbandono e recuperato dalle autorità, salvo poi essere restituito inspiegabilmente al proprietario. Dalle testimonianze raccolte emerge un quadro di incuria protratta nel tempo: visite sporadiche del proprietario, assenza di cibo, nessuna socializzazione e condizioni abitative totalmente inadeguate.

LNDC Animal Protection ha chiesto l’accesso agli atti relativi ai sopralluoghi effettuati il 7 febbraio e il 12 aprile 2025, oltre agli eventuali referti clinici. La presidente dell’associazione, Piera Rosati, ha espresso la massima preoccupazione: “Siamo di fronte a un caso gravissimo che non può essere ignorato o archiviato con superficialità. Questo cane merita rispetto, cure e dignità. Per questo abbiamo chiesto alla Procura di accertare le responsabilità e di autorizzare il sequestro dell’animale affinché possa essere affidato a noi”.

Al momento, nonostante siano trascorsi diversi giorni dalla segnalazione, l’associazione non ha ancora ricevuto riscontri ufficiali. Ma promette battaglia: “Continueremo a seguire da vicino questa vicenda – conclude Rosati – e ci attiveremo in tutte le sedi necessarie per tutelare questo animale”.

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