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Cronaca
30.04.2025 - 11:11
Un'operazione congiunta della Guardia di Finanza, dei vigili del fuoco, di Arpav, Spisal e dell'Ispettorato del lavoro ha portato al sequestro di due laboratori tessili e un'azienda di packaging nel Trevigiano. I controlli, svolti in collaborazione con i comuni di Treviso, Istrana, Preganziol e Silea, hanno rivelato condizioni di lavoro estremamente precarie, con l'impiego di manodopera irregolare e una serie di violazioni in materia di sicurezza e normative urbanistiche.
In due delle quattro aziende ispezionate, rispettivamente in laboratori di circa 330 e 280 metri quadrati, sono emerse situazioni di totale degrado. Le ispezioni hanno rivelato che i titolari delle imprese, tutte di nazionalità straniera, avevano impiegato tre lavoratori in nero, di cui due senza permesso di soggiorno, mentre le strutture erano del tutto inadeguate sotto il profilo della sicurezza sul lavoro. Le gravi irregolarità hanno portato al sequestro urgente dei due immobili (per un valore complessivo di 240 mila euro), oltre a 32 macchinari e 32 banchi da lavoro, per un valore di 45 mila euro. L'intera operazione è stata convalidata dal Tribunale di Treviso.
I responsabili delle imprese sono stati segnalati alla Procura per diverse violazioni, tra cui quelle riguardanti la prevenzione degli incendi e la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Le irregolarità riscontrate includevano la mancata cartellonistica per le vie di fuga, l'assenza di manutenzione degli estintori e uscite di emergenza impraticabili. Inoltre, sono stati trovati macchinari privi di protezioni adeguate sui componenti mobili e l'assenza di presidi medici d'emergenza.
Sul fronte urbanistico, in uno dei laboratori tessili è emerso che erano state realizzate stanze abusive, tra cui due utilizzate come dormitorio per alcuni lavoratori. Per questo motivo, i titolari sono stati anche denunciati per il reato di caporalato. Ulteriori irregolarità riguardano la gestione dei rifiuti, con una delle aziende accusata di non avere il contratto per lo smaltimento degli scarti tessili.
L'indagine ha inoltre rivelato una pratica di "apri e chiudi" da parte di 16 aziende gestite da stranieri, che, dopo diventare insolventi, spostavano personale e macchinari in nuove ditte per continuare ad operare nello stesso luogo, mantenendo gli stessi clienti e fornitori, ma cambiando nome e partita IVA. Queste pratiche illecite hanno causato un danno significativo alle imprese che rispettano le leggi, costrette a competere con prezzi competitivi ottenuti tramite il mancato rispetto delle normative.
Il blitz della Guardia di Finanza si inserisce in un più ampio impegno a tutelare il "Made in Italy" e le filiere produttive locali, in particolare nell'industria dell'abbigliamento e del packaging, asset strategici per l'economia della provincia di Treviso.
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