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Violenza di genere

Gino Cecchettin: “Vorrei parlare con chi dice che Turetta è un modello”

Il padre di Giulia commenta la notizia del 19enne emiliano che ha aggredito l'ex fidanzata, ispirato dal femminicidio di due anni fa

Gino Cecchettin

Gino Cecchettin

“Come può l’assassino di una ragazza essere considerato un modello?”, si è chiesto Gino Cecchettin quando ha sentito parlare del caso di Mirano, che sta destando scalpore negli ultimi giorni.

Il 19enne di Ferrara, denunciato dalla ex fidanzata per minacce e maltrattamenti, in un post aveva scritto: “Cose da comprare: mappa d’Italia, scotch, sacchi dell’immondizia, coltelli, soldi per la benzina. Turetta esempio modello”. Proprio mentre Cecchettin parlava a Milano di prevenzione della violenza di genere, il giovane è stato fermato in Veneto, in treno, diretto verso la ragazza che lo aveva denunciato. Addosso aveva un paio di forbici, usate in passato per terrorizzarla.

Non si tratta di un caso isolato. Anche a Busto Arsizio, nel Varesotto, un altro ragazzo ha scritto online: “Capisco Turetta”. Cecchettin ha scelto di rispondere non con rabbia, ma con un appello al dialogo: “Vorrei davvero parlare con questi ragazzi. Sono proprio loro che hanno bisogno di capire che c’è un modo diverso per affrontare le emozioni. Chi esalta la violenza forse ha più bisogno degli altri di ascoltare”.

“Vorrei che quei ragazzi provassero per una settimana la vita che fa oggi Turetta, chiuso in carcere. Capirebbero che non c’è nulla da ammirare”, continua, ricordando la condanna all'ergastolo inflitta a Filippo a fine 2024.

Nel suo intervento, il padre di Giulia ha ribadito che la vera risposta alla violenza è la cultura. Ed è proprio su questo che la Fondazione Giulia Cecchettin sta costruendo la sua missione, partendo dalle scuole. “Dal prossimo anno – ha annunciato – inizieranno corsi di formazione contro il sessismo e il maschilismo, già a partire dalla scuola dell’infanzia”.

Sul tema del perdono, Cecchettin si è mostrato cauto: “È difficile anche solo pensarci. La ferita è troppo recente. Ma se deve esserci, deve essere sincero. Non lo escludo, ma ci vuole tempo”. Ha poi aggiunto che solo un percorso condiviso – suo e di Turetta – potrebbe far emergere le radici profonde della violenza e aiutare a prevenirla in altri casi.

Gino Cecchettin ha concluso il suo discorso con un piano chiaro per il futuro educativo dei giovani: “Dobbiamo lavorare ogni giorno per decostruire quei comportamenti che sfociano nella cultura dello stupro. Anche le ‘battutine da spogliatoio’ sono l’inizio di qualcosa che può diventare mostruoso”.

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