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Cronaca
10.05.2025 - 11:17
Il luogo dell'accaduto
Melissa Machado Russo, la 29enne pugliese di origini brasiliane accusata dell'infanticidio del suo neonato, è stata giudicata pienamente capace di intendere e di volere al momento del delitto. Questo quanto emerge dalla perizia psichiatrica effettuata su di lei, che ha confermato la lucidità della donna durante l'atroce gesto compiuto nella notte tra il 28 e il 29 ottobre dello scorso anno.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la donna, che lavorava come intrattenitrice presso il night club "Serale" a Piove di Sacco, ha dato alla luce il bambino nel bagno del suo appartamento, all'interno del locale. Dopo aver partorito, Melissa ha affogato il neonato nel water, tentando anche di nascondere il piccolo corpicino. Successivamente, ha contattato una delle sue colleghe, che, una volta arrivata sul posto, ha trovato la scena del crimine e ha avvertito le autorità.
L'intervento dei carabinieri e dei soccorritori ha rivelato subito l'orrore del gesto. Durante le indagini, i militari hanno scoperto che Melissa era già incinta di quattro mesi quando era arrivata a Piove di Sacco. Sebbene l'identità del padre del bambino rimanga incerta, non si esclude che possa essere uno dei clienti del night club. Le indagini hanno anche portato a ipotizzare che nel locale non si trattasse solo di intrattenimento, ma che vi fosse anche attività di prostituzione. Alcuni pagamenti, registrati tramite il bancomat del locale, erano infatti di importi molto elevati e poco compatibili con semplici consumazioni di bevande.
La perizia ha quindi concluso che Melissa era perfettamente consapevole di ciò che stava facendo quando ha commesso l'infanticidio. La sua lucida pianificazione e l'intenzione di disfarsi del bambino fanno emergere la crudeltà del gesto, che ha sconvolto la comunità di Piove di Sacco.
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