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Scandalo sessuale

Verona, foto intime di minorenni nella chat della squadra: allenatore patteggia

Condannati un tecnico 36enne e un giovane atleta per diffusione di immagini sessuali di ragazze minorenni e contenuti razzisti in un gruppo WhatsApp della squadra di sci nordico

immagine di repertorio

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Un’inchiesta che ha scosso il mondo dello sci nordico veronese si è conclusa ieri in Tribunale con due patteggiamenti. Il tecnico 36enne di una squadra affiliata alla FISI e un giovane sciatore ventenne hanno concordato rispettivamente una pena di un anno e tre mesi di reclusione e 10 mesi, oltre a sanzioni pecuniarie di 6.000 e 4.000 euro, per aver diffuso in una chat di squadra foto intime di atlete minorenni.

Il gruppo WhatsApp, composto principalmente da ragazzi non ancora maggiorenni, non ospitava soltanto immagini private di ragazze che avevano condiviso foto con coetanei in ambito fuori pista, ma anche messaggi d’odio razziale e fotomontaggi raffiguranti Adolf Hitler. Secondo l’accusa, coach e atleta erano responsabili di «diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti» e di «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa».

Le indagini hanno evidenziato che le foto private, inizialmente inviate a pochi atleti con cui le giovani si frequentavano, erano state rilanciate da uno dei destinatari nella chat ufficiale della squadra maschile. L’allenatore, sottufficiale dell’Esercito, sarebbe stato colui che ha esortato i ragazzi a ripubblicare il materiale, addirittura promettendo in cambio un posto nelle gare successive.

Entrambi i patteggiamenti prevedono la sospensione condizionale della pena, consentendo a coach e sciatore di evitare il carcere, a patto di non incorrere in nuove violazioni nei prossimi anni. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla cultura interna alle squadre giovanili di sport invernali e sulle tutele delle atlete minorenni all’interno di contesti sportivi.

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