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Tragedia a Venezia, muore a 17 anni durante l’alternanza scuola-lavoro: il cordoglio della Cisl

Michele Zanocco: «Anna non doveva morire. Un dramma che lascia senza parole. Si faccia luce su quanto accaduto»

Tragedia a Venezia, muore a 17 anni durante l’alternanza scuola-lavoro: il cordoglio della Cisl

Foto di repertorio

È un dolore che scuote l’intera comunità quello per la tragica scomparsa di Anna Chiti, la giovane studentessa di 17 anni dell’Istituto nautico di Venezia, deceduta sabato sera a Sant’Elena durante la sua prima esperienza di alternanza scuola-lavoro. Un evento che ha lasciato sgomenti, e sul quale ora la Cisl di Venezia interviene con un messaggio di vicinanza e richiesta di verità.

«Una tragedia che lascia attoniti – afferma Michele Zanocco, segretario generale della Cisl veneziana –. Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alla famiglia di Anna. È inaccettabile morire così giovani, mentre si compie il primo passo nel mondo del lavoro».

Il sindacato: «Verità e responsabilità, ma prima di tutto il rispetto per il dolore»

La Cisl si unisce al cordoglio che ha attraversato la città, e invita alla massima chiarezza sulle cause dell’incidente, senza indulgere in facili sentenze, ma ribadendo l’urgenza di accertare ogni responsabilità.

«Sappiamo che sono in corso delle indagini – aggiunge Zanocco – ed è giusto che sia la magistratura a definire la dinamica dei fatti. Ma è inevitabile interrogarsi: che tipo di mansione svolgeva Anna? Quali tutele erano previste per lei? Chi vigilava sulla sua sicurezza?»

Alternanza scuola-lavoro: una transizione che deve essere sicura

Nel suo messaggio, la Cisl ribadisce la necessità di ripensare in modo serio e responsabile i percorsi di alternanza scuola-lavoro, affinché rappresentino davvero un’occasione di crescita e non si trasformino in rischi sottovalutati.

«L’alternanza dovrebbe essere un ponte tra scuola e lavoro, non un campo minato. Chiediamo più attenzione, più formazione, più vigilanza. La vita di una ragazza non può diventare il prezzo da pagare per un’esperienza che avrebbe dovuto arricchirla e non spegnerla», conclude Zanocco.

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